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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Terrorismo, 10 presunti jihadisti bolognesi nella lista nera Usa: bloccate le proprietà

Risiedono o hanno vissuto in Emilia-Romagna. A denunciarlo è il capogruppo della Lega nord in Regione, che rilancia l'elenco delle persone ritenute dal governo americano legati ad ambienti terroristici, alle quali sono state bloccate le proprietà

Mentre Bologna blinda la Basilica di San Petronio contro possibili attentati terroristici, spuntano nella lista nera degli Stati Uniti 13 presunti jihadisti che risiedono (o hanno vissuto) in Emilia-Romagna. A denunciarlo è il capogruppo della Lega nord in Regione, Alan Fabbri, che rilancia l'elenco (piccando la comunità islamica bolognese) delle persone ritenute dal governo americano legati ad ambienti terroristici, alle quali sono state bloccate le proprietà.

Nella lista, diffusa il 16 gennaio scorso dal Dipartimento del tesoro degli Usa, ufficio Affari esteri, compaiono (con nome, cognome e indirizzo, che Fabbri riporta nel sua comunicato stampa) 10 persone residenti a Bologna e provincia, due a Parma, uno a Reggio e uno a Rimini.

"L'allarmante vicinanza di presunti jihadisti svegli le coscienze del Pd", manda a dire Fabbri, secondo il quale "le politiche lassiste della sinistra hanno permesso pericolose infiltrazioni estremiste". Ora, sostiene il capogruppo del Carroccio in Regione, "c'è da serrare le maglie dell'immigrazione e da avviare la politica del pugno di ferro contro i luoghi di culto islamici". E aggiunge: "Se di fronte a questi allarmi, Regione e Governo non si muovono, sono da ritenersi complici".

In particolare, Fabbri fa notare che dieci presunti terroristi sono passati da Bologna, "dove la sinistra ha creato una situazione di totale deregulation e anarchia". Il gruppo della Lega in viale Aldo Moro, inoltre, ha presentato di recente una risoluzione anti-moschee. E Fabbri insiste sul punto. Per il Carroccio, serve una "moratoria totale sulle cittadinanze agli stranieri- afferma Fabbri- più controlli sul territorio, più forze di polizia, potenziamento dei servizi di sorveglianza su luoghi di culto e associazioni islamiche, più controlli alle frontiere, stop a Schengen, moratoria su nuove moschee, stop a mare nostrum e Triton", che sono "strumenti di invasione incontrollata, e no alla chiusura dei 252 uffici di polizia postale e di frontiera".

Controlli anti-terrorismo in San Petronio

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