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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Il primo operatore sociale sinto a Bologna: è Tomas Fulli

Dopo un percorso di 3 anni, accompagnerà i funzionari del Comune in aree sinte private di Bologna e in quella a San Lazzaro

"Sono la dimostrazione che volere è potere. È questo il messaggio che voglio lanciare: possiamo diventare qualsiasi cosa, l'importante è impegnarsi per raggiungere il nostro obiettivo". Tomas Fulli, sinto 43enne bolognese, è stato assunto a tempo determinato dalla cooperativa Open Group come operatore sociale e mediatore culturale. 

Sino alla fine dell'anno accompagnerà i funzionari del Comune in alcune aree sinte private di Bologna e in quella a San Lazzaro, in località Idice: "Avrò il compito di presentarci, spiegando che non c'è nulla da temere. Noi saremo lì per aiutarli, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti burocratici. Li aiuteremo nella compilazione dell'Isee, per esempio, ma saremo disponibili ad ascoltare tutte le loro esigenze. Saremo anche impegnati contro la dispersione scolastica: studiare è molto importante, è il primo step per realizzare i propri sogni". E quando cominceranno le scuole, Fulli si impegnerà a informare gli studenti a proposito dei popoli rom e sinti.

Un percorso durato tre anni

L'assunzione di Fulli da parte della cooperativa arriva dopo un percorso durato tre anni. I primi passi nella redazione di Flashgiovani, in giro per Bologna a intervistare le persone, con in mano la telecamera; le puntate a Radio Città del Capo; i laboratori nelle scuole; i tanti eventi e la festa zigana; gli interventi in università; le mostre. Una dedizione e un impegno con al centro il desiderio di spiegare che rom e sinti "non sono solo quelli che rubano e chiedono l'elemosina, non sono solo quelli sporchi che fanno il luna park". 

Informare sulla cultura rom e sinti

Continua Fulli: "Faremo anche il luna park, saremo anche artisti circensi, ma paghiamo le tasse come tutti gli italiani onesti. Il nostro popolo è noto solo per gli aspetti negativi, ed è ingiusto: il mio desiderio e' mostrare anche quanto di bello e buono abbiamo fatto, facciamo e faremo. Vogliamo che le nuove generazioni non nutrano più pregiudizi nei nostri confronti: l'ignoranza su rom e sinti non deve più essere trasmessa di padre in figlio". Fulli spiega come la conoscenza e il rispetto si possano costruire solo lentamente, giorno dopo giorno, e con i fatti: "Nelle scuole, in radio, negli incontri abbiamo sempre parlato molto anche del Porajmos, lo sterminio del nostro popolo per mano nazista durante la Seconda Guerra Mondiale: non è solo un tragico capitolo della nostra storia, ma della storia d'Italia, considerati i campi d'internamento presenti nel nostro Paese. Ma non ci siamo occupati solo di fatti drammatici: per esempio, non abbiamo trascurato il capitolo cibo, che mette sempre d'accordo tutti". In questi tre anni di attivita', sottolinea Fulli, le soddisfazioni più grandi sono arrivate da alcuni bambini rom e sinti che, dopo i laboratori per l'inclusione, hanno trovato il coraggio di raccontare a tutti le proprie origini, finalmente orgogliosi di esse: "Prima si nascondevano, si vergognavano, non volevano essere chiamati 'zingari'. Dopo i nostri interventi, hanno trovato il coraggio di presentarsi per quello che erano".

Tomas Fulli abita con moglie e figlio nel campo sinto di via Erbosa, un campo che, come chiesto dall'Unione europea, dovrebbe presto chiudere ed essere sostituito dalle due microaree di sosta di via Pescarola e via del Gomito. "Avendone la possibilità, abbiamo fatto domanda per una casa popolare, siamo in graduatoria. Una volta che il campo di via Erbosa sara' superato, credo verso l'inizio dell'anno prossimo, spero potremo avere diritto a una casa. Abbiamo fatto una scelta, rispettabile come quella di chi preferirà trasferirsi nelle due microaree. Anzi, con il Comune stiamo anche pensando di 'eleggere' un responsabile per ogni microarea, un rappresentante con cui interfacciarsi e al quale gli abitanti possano fare riferimento". (dire)

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