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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

SEGNALAZIONE. Il caso della "multa fantasma" di Tper

Ovvero la favole del lupo e l'agnello di Esopo "come un abbonamento annuale studenti venga a costare 535,45 euro". Segnalazione di una lettrice

Ovvero "come un abbonamento annuale studenti venga a costare 535,45 euro". La segnalazione arriva a Bologna Today da una lettrice che il 6 giugno 2014 si è vista recapitare un’ingiunzione di pagamento da Tper, di 227,45 euro da pagare entro 30 giorni,con avvertenza che, in difetto, si sarebbe proceduto ad esecuzione forzata.

"Nello stupore, scopro che si tratta di una multa che mia figlia avrebbe preso il 31 marzo 2013 (domenica pomeriggio) e che, non essendo stata pagata sino a quel giorno, era aumentata da 6 € agli attuali quasi 230". La lettrice non sapeva se la multa l’avesse presa realmente la figlia "che mi aveva giurato di non sapere nulla, o se qualche sua conoscente o amica avesse dato le sue generalità, visto che leggendo la mia agenda dell’anno prima mi risultava che quel fine settimana noi fossimo al mare".

La ragazza allora 14enne era titolare di un abbonamento annuale per studenti, e non era in possesso di un documento di riconoscimento, non essendo obbligatorio a quell’età: "Non potendo prendere giorni di ferie dal lavoro, ho chiesto a mia madre di aiutarmi, e lei il giorno seguente, si è immediatamente recata agli uffici Tper in via IV novembre".

L’impiegata, racconta, dopo aver controllato l’effettiva regolarità dell’abbonamento al momento della contestazione "mi ha rassicurato, lasciandomi il numero della Tper da contattare al fine di poter sistemare tutta la questione. Appena arrivata a casa mia madre ha subito chiamato, e come le era stato indicato ha spinto il tasto n. 5, ma gli operatori hanno iniziato a rimbalzarla da un tasto all’altro, e a fine giornata tra lunghe attese e jingle telefonici, nessuno era riuscito a darci una spiegazione".

Il giorno successivo, le due donne si sono  attivate per contattare la direzione di via Saliceto dove "dopo aver sentito squillare il telefono a vuoto tutta la mattina, nel pomeriggio ci è stato detto che era inutile continuare a chiamare, in quanto in quella sede gli impiegati non erano abilitati a parlare con il pubblico. Ho deciso quindi di inviare in data 17 giugno una e-mail all’indirizzo sanzioni@tper.it, e non avendo ottenuto  alcuna  risposta, nei giorni successivi ho inviato anche un fax, in cui spiegavo la mia storia e chiedevo di poter sapere e visionare se il verbale della multa fosse stato firmato effettivamente da mia figlia, come avessero fatto a dimostrare che fosse proprio lei e  domandavo perché non avessi ricevuto precedenti raccomandate in cui venivo informata della sanzione e degli aumenti che avrebbe subito, se non vi avessi prontamente adempiuto".

La nostra lettrice inoltre chiedeva se queste lettere fossero state spedite, se qualcuno avesse firmato per ricevuta o se a loro risultasse che il postino le avesse consegnate "dato che nella zona era appena stato firmato un reclamo, da parte di tutti i residenti, per le sue continue inadempienze e volevo capire se anche il mio caso potesse rientrare fra questi".

Dopo più di un mese (22 luglio 2014) Tper ha risposto "informandomi delle regole riguardo le multe e delle sanzioni in caso di mancato pagamento, ma non rispondendo a nessuna delle mie domande. Demoralizzata, mi sono quindi rivolta all’associazione a tutela dei consumatori dell’ACLI, dove, mi è stato consigliato di fare ricorso al Giudice di Pace, a cui mi sono immediatamente rivolta.  All’udienza, fissata circa otto mesi dopo, esattamente il 23 marzo 2015 mi sono trovata davanti al Giudice di Pace che ha parlato per quasi tutto il tempo con l’avvocato difensore della Tper con termini troppo tecnico-giuridici per essere compresi da un normale cittadino e quando ho cercato di ribadire le mie richieste, mi è stato fatto vedere (da lontano) un foglietto verde che doveva essere quello compilato sull’autobus ma che conteneva solo il nome di mia figlia e in bianco i dati del documento di riconoscimento  e un altro foglietto con un numero che secondo loro corrispondeva ad una raccomandata che io avrei avuto la colpa di non essere mai andata a ritirare".

Il Giudice ha rigettato l’opposizione e confermato la sanzione a carico della ragazza e alle "mie proteste ha ribadito che avrei potuto far valere i miei diritti solo prendendo un avvocato, dimostrando con due testimoni che mia figlia quel giorno di due anni fa si trovava in un altro posto che non era quell’autobus e denunciando il postino per la mancata consegna dell’avviso diritiro della raccomandata. Ho quindi pagato la multa, ma con addosso un forte senso di rabbia, delusione ed impotenza. Io non ho avuto modo di dimostrare di non aver ricevuto l’avviso di ritiro della raccomandata, ma perché loro possono non darmi la prova di averla inviata e consegnata? Perché devo essere io a dimostrare che mia figlia non era su quell’autobus e non loro dimostrare che c’era? Com’è possibile che nessuno sia stato in grado di farmi vedere la multa o la raccomandata e che una volta verificato che mia figlia, sempre che quella domenica di marzo ci fosse stata lei sull’autobus, fosse in possesso di un abbonamento annuale,  nessuno abbia potuto annullare la sanzione e farmi pagare solo gli iniziali 6 €? Com’è possibile che nel 2013 non vi fosse, in ogni caso, la possibilità di poter verificare, direttamente in loco, che chi sostiene di aver scordato l’abbonamento annuale a casa, ne sia effettivamente titolare?"

La lettrice parla di amarezza e sconforto per "il pensiero che, pur essendo stata sempre in regola, a conti fatti, l’abbonamento annuale per mia figlia mi sia venuto a costare, oltre a stress e tempo perso, ben 535,45 €. Non solo, infatti, avevo pagato l’abbonamento di 220€, ma a ciò ho dovuto aggiungere, 25 € di iscrizione all’Acli, 20 € all’Acli lega consumatori per il ricorso, 43 € di contributo unificato al Giudice di Pace, a cui va aggiunto infine la sanzione di 227,45 €. A mia madre, amante della lettura greca e latina, non è potuta non tornare in mente la favole del lupo e l’agnello di Esopo, a me viene solo voglia di augurarmi che situazioni come queste non ricapitino più né alla mia famiglia, né ai tanti utenti onesti della Tper"

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