rotate-mobile
Cronaca Centro Storico / Viale Antonio Aldini

Divieto di dimora al leader del Tpo De Pieri, la Procura: 'Fatti concreti'

Continua il dibattito sul provvedimento contro il leader De Pieri, a seguito degli socntri del 18 giugno scorso in viale Aldini: "Mi viene negata la cittadinanza per motivi politici", ha detto a Popolare. La Procura: 'Scontri da lui innescati. Nessuna intenzione di criminalizzare il dissenso'

Ha lasciato la città venerdì sera dopo il divieto di dimora a Bologna recapitatogli dalla Procura per gli scontri del 18 giugno, in occasione dello sgombero di Villa Adelante, in viale Aldini.

"C'è del marcio tra Questura e Procura", ha detto oggi Gianmarco De Pieri, leader del Tpo, a Radio Popolare. "Siamo in una città in cui diverse centinaia di persone sono in questo momento in occupazione senza acqua e talvolta senza elettricità. E la Questura e la rocura sono responsabili di questa cosa, e laddove la politica, nella persona dell'amministrazione comunale, ha cercato di intervenire, la Procura ha aperto una indagine per abuso d'ufficio contro il sindaco che ha allacciato l'acqua". Insomma "e' evidente che ci sono dei problemi".

Bologna sarebbe "sotto scacco, quasi commissariata, da un ente terzo, che fa politica ma che non può essere interpellato come soggetto politico perchà non risponde a logiche elettive", ha attaccato De Pieri "sono stato oggetto di un provvedimento secondo me illecito e del tutto spropositato, mi viene negata la cittadinanza per motivi politici".

Chiamata in causa, la Procura bolognese ha ribattuto per bocca del procuratore reggente Massimiliano Serpi e dell'aggiunto Valter Giovannini. Si tratterebbe di una misura basata su "fatti molto concreti. Un "dibattito - ha detto Serpi - certamente legittimo ma che è bene possa svolgersi sui dati di fatto. Questo anche al fine, certamente condiviso da tutti, di evitare che per il futuro il dissenso sociale-politico possa tradursi in atti di violenza contro le persone e cose". 

ACCUSE. A De Pieri viene contestato di aver spintonato violentemente un sostituto commissario della Digos contro un mezzo blindato (sette giorni di prognosi), aver lanciato una trave di legno lunga un metro e mezzo contro un altro sostituto commissario (senza colpirlo) e aver rubato un trapano dal furgone degli operai che dovevano chiudere l'immobile sgomberato. I reati contestati sono resistenza gravata e lesioni a pubblico ufficiale e furto aggravato. Episodi avvenuti, scrive ancora Serpi in una nota, "in un contesto che vedeva De Pieri calzare un casco prima degli scontri con cui una cinquantina di dimostranti voleva riappropriarsi dello stabile". Scontri "da lui innescati quando dava volontariamente un calcio agli scudi dei poliziotti che erano semplicemente schierati" (gesto documentato nei filmati) e dicendo la frase "Questa volta mi faccio anche arrestare".

"Nell'agire della Procura non c'è nessuna intenzione di criminalizzare il dissenso. "Le accuse- afferma il procuratore reggente- non riguardano manifestazioni del pensiero ed espressioni del dissenso sociale-politico, che in quanto tali questa Procura non ha mai voluto ne' intende perseguire". E, quanto alle norme utilizzate, "il divieto di dimora non ha nulla a che vedere con il codice Rocco o il testo unico di pubblica sicurezza emessi durante il periodo fascista". La norma applicata, sottolinea la Procura, è l'articolo 283 del codice di procedura penale, emesso nel 1988 dal parlamento repubblicano su iniziativa del ministro della giustizia Vassalli. (agenzia Dire)

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Divieto di dimora al leader del Tpo De Pieri, la Procura: 'Fatti concreti'

BolognaToday è in caricamento