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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Sant'Orsola: salvi mamma e bambino grazie a cesareo e trapianto di fegato

Dopo un viaggio in Pakistan, una 25enne alla 27ma settimana di gravidanza, è stata ricoverata e fatta partrore in coma da epatite. Dopo il parto ha ricevuto un nuovo fegato

Era rientrata dal Pakistan da pochi giorni, era in stato interessante ed era stata portata al pronto soccorso priva di sensi: i medici del Sant'Orsola, individuando l'epatite E, sono riusciti a salvare la vita sia alla mamma che al bambino che aveva in grembo. La donna di 25 anni da poco rientrata in Italia e colpita dalla rara forma virale della malattia, ha potuto dare alla luce il bimbo  e vedersi trapiantato un nuovo fegato.

CESAREO E UN NUOVO FEGATO. Il bambino, dopo il taglio cesareo alla 27ma settimana di gravidanza, è stato sistemato in una termoculla nel reparto di Neonatologia e secondo le prime analisi non ha tracce di epatite E; la mamma, in coma, sottoposta al cesareo dopo una delicata operazione di recupero della funzionalità coagulativa, ha ricevuto un nuovo fegato, dopo l'attesa di un donatore durata una cinquantina di ore.

LA MAMMA HA FINALMENTE RIAPERTO GLI OCCHI. La notizia è riportata dal Resto del Carlino: è successo tutto lunedì scorso, quando la giovane residente nel bolognese, colpita da vomito e dissenteria, è stata portata all'ospedale ormai priva di conoscenza e sottoposta ad accertamenti approfonditi, che hanno permesso di scoprire l'epatite E, una forma virale di natura alimentare e pericolosa che si contrae soprattutto nel Sud-Est asiatico e in Messico, colpisce soprattutto i giovani e può essere letale per le donne in gravidanza.  Per il parto è intervenuta l'equipe di ginecologia del professor Nicola Rizzo, mentre il trapianto del fegato è stato eseguito giovedì notte dal professor Antonio Daniele Pinna, direttore della chirurgia dei trapianti del Sant'Orsola. Sabato sera la neomamma ha riaperto gli occhi. Sono stati tre in pochi giorni i trapianti di fegato eseguiti al Sant'Orsola dal prof.Pinna, fra i più noti specialisti a livello internazionale. Tra questi anche quello di Giancarlo Genova, giocatore di football americano di 28 anni intossicato da alcuni funghi velenosi. Il trapianto, reso necessario dall' epatite fulminate provocata da una amanita phalloides, è tecnicamente riuscito, ma ci vorranno ancora alcuni giorni perché l'atleta venga dichiarato fuori pericolo.

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