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Trasfusione di sangue sbagliata al Maggiore: 'Garantire maggior sicurezza a pazienti'

Così il M5S, invoca maggiori controlli, dopo l'errore durante una operazione. Intanto l'ultimo bollettino medico dell'Ausl, fa sapere che 'migliorano le condizioni dell'uomo trasfuso con sangue di gruppo non corrispondente al suo'

Più controlli e sicurezza sulle procedure per le trasfusioni di sangue negli ospedali. È quanto chiede Silvia Piccinini, consigliera regionale del M5S, in seguito al caso di un paziente ricoverato all’ospedale Maggiore di Bologna che nel corso di un intervento chirurgico ha ricevuto una errata trasfusione di sangue. “L’errore che si è verificato al Maggiore è grave e deve far riflettere sullo stato di sicurezza con cui queste delicatissime procedure vengono portate avanti – spiega la consigliera regionale del M5S – La trasfusione, infatti, è un’azione medica straordinaria spesso sottovalutata, che rischia di trasformarsi, a causa di un errore commesso nel corso della filiera, in un tragico evento. La sicurezza in questa azione medica è garantita da operazioni di controllo incrociate, che devono essere eseguite dagli operatori della trasfusione, che hanno competenze specifiche, utili alla verifica dei parametri e delle corrette operazioni trasfusionali”. 

Per questo Piccinini ha presentato una interrogazione chiedendo alla Giunta di verificare quali siano le reali condizioni di sicurezza delle procedure seguite per effettuare le trasfusioni, soprattutto quelle che si svolgono nelle sale operatorie dove l’emergenza dell’intervento potrebbe aumentare il rischio di errore.

“Con l’introduzione nelle procedure dell’utilizzo di strumenti elettronici informatici sembra che sia possibile azzerare gli errori di scambio del paziente – aggiunge la consigliera regionale – Questi strumenti permettono di eseguire le operazioni di identificazione del paziente e delle unità da trasfondere in maniera obiettiva e segnalano gli errori in cui possono incorrere gli operatori sanitari. Ma nonostante diverse raccomandazioni, linee guida e norme nazionali ne suggeriscano l’utilizzo, non risultano adottati sistematicamente dalle strutture sanitarie ospedaliere. Ecco perché chiediamo alla Giunta se non ritenga necessario avviare una verifica che coinvolga tutte le strutture sanitarie della regione sui sistemi di sicurezza, oltre ad accertare se il caso che è accaduto al Maggiore possa essere stato condizionato anche da una carenza di personale e conseguente sovraccarico di lavoro che le organizzazioni sindacali denunciano da tempo”.

Intanto l'ultimo bollettino medico dell'Ausl, fa sapere che 'migliorano le condizioni del paziente' che resta però ricoverato ancora in Rianimazione, con prognosi ancora riservata.

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