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Cronaca

Mega-truffa: 'Premiata ditta' adescava commercianti in tutta Italia

Associazione a delinquere al palo: aprivano e chiudevano finti uffici dalla sera alla mattina. Così la merce ordinata dai sedicenti imprenditori restava insoluta. Raggiri per 400 mila euro

Allo scoperto i responsabili di un' associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni di imprenditori e commercianti.           
La Squadra Mobile della Questura di Bologna, a conclusione di una attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha individuato la banda, operante su Bologna, dedita da tempo alla commissione di raggiri arzigogolati nei confronti di imprenditori e commercianti presenti su tutto il territorio nazionale dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia.
In particolare, previa costituzione di società fittizie, la gang effettuava importanti ordinativi (in prevalenza di prodotti alimentari), nell’ordine di decine di migliaia di euro, che, dopo la consegna, non venivano pagati.
L’indagine ha fatto emergere che oltre 20 aziende sono state truffate e più del doppio contattate con la stessa finalità.
Maggiori dettagli verranno resi noti nel corso della giornata.

FOTOGALLERY: centinai i prodotti sotto sequesto

LE AZIENDE TRUFFATE. A capo della banda due bolognesi ultrasessantenni, abili raggiratori, che agivano in solido con un terzo complice. Tutti e tre sono stati denunciati per truffa. Ma gli inquirenti, ancora al lavoro, non escludono il coinvolgimento di ulteriori soggetti.

Le truffe accertate ad oggi sono 20, per un ammontare totale di circa 400 mila euro. Nel mirino alcune attività commerciali del bolognese: un pastificio, Ristoservice srl, un Negozio di Elettronica, un rivenditore di Acque Minerali e Bibite (Villanova di Castenaso) ed un rivenditore di Materiale informatico e da ufficio (Calderara di Reno). Ma anche birrifici, salumifici e biscottifici e simili, in su e giù per lo stivale. C'è chi ha perso poche migliaia di euro, che ci ha rimesso pure 50 mila euro, finendo in ginocchio, visti i tempi di crisi.

LA DINAMICA DEL RAGGIRO. Si ripeteva sempre uguale. Il trio apriva finti uffici, sotto insegne mai registrate, che richiamavano già dal nome e dal logo ditte solide e spesso note. Poi avviavano la trattativa commerciale con esercenti e ditte, spesso a conduzione familiare. Quindi davano avvio all'ordinativo della merce, da pagare a 30 giorni. Scaduto il termine per pagamento, si dileguavano. Smantellavano dalla sera alla mattina gli uffici e i truffati non avevano domicili nè contatti cui rivolgersi.

A porre finire al loro operare la denuncia del titolare di un pastificio di Pordenone, che fiutato l'inganno - quando purtroppo era ormai troppo tardi - ha denunciato il fatto alla polizia. Da qui si è aperta un'indagine, non semplice, visto che i soggetti, scaltri e previdenti, agivano sotto falsi nominativi e utilizzando recapiti fittizi. L'inchiesta è ancora aperta, per ora al loro indirizzo sono partite denunce a piede libero.

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