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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Lotta ai tumori: ricerca Unibo scopre molecola che li combatte

Alcuni composti chimici provocano la morte delle cellule tumorali e allo stesso tempo stimolano i meccanismi di difesa dell’organismo

Le cellule tumorali sfruttano comunemente queste alterazioni per adattarsi a condizioni diverse ed evitare gli effetti delle terapie. Ma se da un lato l’instabilità genomica favorisce la malattia, in alcune occasioni può anche rivelarsi un’arma a doppio taglio. “In alcuni casi, il danno al DNA può diventare un campanello d’allarme che risveglia i meccanismi di difesa dell’organismo”, spiega Giovanni Capranico, docente dell’Università di Bologna che ha coordinato lo studio. “La nostra ricerca mostra infatti come alcuni composti che interagiscono con strutture non canoniche del DNA note come quartetti di guanine (G4) possono portare ad una particolare instabilità genomica in grado probabilmente di attivare la risposta immunitaria”.

Le formazioni 'instabili'

Osservati per la prima volta solo pochi anni fa, i quartetti di guanine (G4) sono strutture di DNA che invece della classica doppia elica presentano una quadrupla elica formata dall’incontro di quattro sequenze ricche di guanina. Si tratta di “formazioni instabili” e per questo possono rivelarsi un punto strategico per attivare meccanismi in grado di provocare la morte delle cellule tumorali. Non a caso molti scienziati sono impegnati da tempo nella ricerca di composti chimici capaci di interagire attivamente con i G4 e di essere efficaci nella terapia dei tumori.

“Lo studio è partito dall’analisi del meccanismo molecolare di alcuni composti che interagiscono con i quartetti di guanine, uno dei quali è stato sintetizzato proprio all’Università di Bologna, nei laboratori del nostro Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dalla dottoressa Rita Morigi”, spiega il professor Capranico. L’azione di questi composti è particolarmente rilevante perché agisce allo stesso tempo su due fronti: da un lato provoca la morte delle cellule tumorali e dall’altro attiva i meccanismi di difesa dell’organismo stimolando la risposta immunitaria contro la malattia. “Queste molecole – conferma Capranico – sono in grado di stabilizzare i G4 e anche altre strutture non canoniche del DNA all’interno delle cellule tumorali: un fenomeno che provoca gravi disfunzioni nell’attività del genoma”. Un risultato che apre la strada a nuove modalità di trattamento dei tumori. “Il risultato è positivo, ma la ricerca deve continuare perché non abbiamo ancora la molecola giusta, adeguata per il trattamento di pazienti oncologici”, precisa il prof. Capranico.

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