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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Plesiosauro" vissuto 160 milioni di anni fa: scoperta all’Alma Mater

Per la prima volta in Italia, Andrea Cau e Federico Fanti, paleontologi del Museo 'Giovanni Capellini', allo studio di un plesiosauro del Mesozoico

Testa allungata, denti conici, corpo idrodinamico e quattro arti a forma di pinne. La “creatura” viveva 160 milioni di anni fa, quando l’Italia era ancora ricoperta dalle acque. Si tratta di un plesiosauro, un rettile di grandi dimensioni, il primo scoperto nel nostro paese.

LO STUDIO. Pubblicato in questi giorni sulla rivista scientifica internazionale Acta Palaeontologica Polonica, Andrea Cau e Federico Fanti, paleontologi del Museo Geologico 'Giovanni Capellini', Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna, hanno analizzato il fossile, custodito nel Museo Paleontologico e della Preistoria 'Pietro Leonardi' di Ferrara. I resti fossili di questi rettili marini dell'era Mesozoica (tra 200 e 65 milioni di anni fa), lunghi da 3 a 15 metri erano praticamente assenti in Italia. A parte alcune ossa, non era mai stato scoperto uno scheletro. Il fossile fu rinvenuto negli anni '80, durante lavori di estrazione da una cava di marmo rosso ammonitico presso Kaberlaba (Vicenza), ma solo di recente è stato possibile analizzarlo, su sollecitazione della direzione del museo ferrarese.

LO SCHELETRO. E’lungo 4 metri, in buono stato di conservazione (circa 70 ossa),  e si tratta di un membro della famiglia Pliosauridae, predatori marini lunghi fino a 10 metri. Il fossile risale all'inizio del Giurassico Superiore (160 milioni di anni fa): gli strati rocciosi da cui è stato estratto il fossile sono l'antico fondale marino sollevatosi con la formazione della catena alpina. Lo studio è il secondo di una serie che ha come oggetto i rettili mesozoici vissuti in Italia. Nel 2011, gli stessi ricercatori avevano descritto un altro grande rettile giurassico italiano, Neptunidraco ammoniticus. Queste ricerche confermano che l'Italia ha un patrimonio paleontologico sottostimato e ancora in buona parte inesplorato. Ulteriori indagini su nuovi esemplari sono attualmente in preparazione.

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