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Cronaca

Unibo, il monito del Rettore: 'Con risorse ministero in calo esenzione tasse studenti a rischio'

I trasferimenti del ministero sono in calo e anche la no tax area a 13mila euro potrebbe non tenere

Se il Governo non aumenterà le risorse per le Università per coprire l'esenzione dalle tasse in favore delle fasce più deboli, tutto il sistema rischia di saltare. A lanciare l'allarme è il rettore dell'Alma Mater di Bologna, Francesco Ubertini, questa mattina a margine di una conferenza stampa in Ateneo.

Bologna è fra le poche Università italiane che un anno fa, al varo della riforma a livello nazionale, decise di estendere la no tax area fino a 23mila euro di reddito Isee, contro la soglia dei 13mila introdotta dalla Finanziaria 2016.

"Nello stanziamento del Fondo di finanziamento ordinario- richiama Ubertini- se nella tabella che riguarda la no tax area si guarda la cifra che è stata stanziata, ci si accorge chiaramente che non c'è proporzione. E' chiaramente insufficiente, e parliamo solo dei redditi fino a 13mila euro. Perché fra 13 e 23mila euro di esenzione, a noi non danno niente".

Quindi, avverte il rettore, "secondo me lì c'è da riflettere sul fatto che, se il sistema Paese vuole sostenere una politica di accesso all'Università, soprattutto per chi ha difficoltà economiche, come dovrebbe essere, le risorse che sono state messe sono poche. E oggi lo si può dire guardando i numeri". Sul lungo termine, mette in guardia Ubertini, "nel momento in cui si dovesse consolidare una minore entrata di questa entità, a fronte di un non equivalente finanziamento del ministero, è chiaro che il sistema poi non tiene".

La manovra sulle tasse, sperimentata per la prima volta l'anno scorso, ha lasciato in dote all'Alma Mater di Bologna un ammanco da 15 milioni di euro. "Sull'anno corrente non credo che ci saranno problemi per la chiusura dell'esercizio in corso- assicura il rettore- anche grazie a economie di bilancio".

E' probabile, spiega Ubertini, che a fine 2018 "arriveremo con un avanzo libero molto ridotto, perché in parte lo abbiamo consumato per coprire il minor gettito dalle tasse". L'anno scorso, così come in quelli precedenti, l'Alma Mater ha chiuso con un avanzo di circa 9-10 milioni di euro. Per coprire la manovra sulle tasse, dunque, "molto probabilmente chiuderemo il 2018 con un avanzo molto più ridotto".

Per tamponare il minor gettito, il rettore conta anche sulla politica di riduzione degli affitti, che quest'anno dovrebbe far scendere la spesa a 4,5 milioni di euro, contro gli 11 di inizio mandato (l'obiettivo è azzerare il costo entro il 2021), e sul passaggio alla telefonia in rete (voice over IP) in quasi tutto l'Ateneo, che "libererà risorse".

A questo si aggiunge anche l'investimento sulle nuove sedi universitarie, con cui si punta a un risparmio "piuttosto rilevante" sui consumi. I dati precisi su quanto è costata la riforma delle tasse a Bologna si avrà però solo con il prossimo bilancio consuntivo, a marzo. Anche se alcune indicazioni arriveranno già a fine anno, con il varo del previsionale 2019.

Andrà anche valutata la correzione fatta nel marzo scorso, che entra in vigore da questo anno accademico, con cui l'Ateneo ha lasciato invariate la no tax area e la progressività sui redditi, ha ritoccato al ribasso gli scaglioni in favore dei redditi medi e alzato il massimale per i più ricchi. "Ma è chiaro che finché il sistema non si consolida è difficile fare previsioni- dice Ubertini- vedremo gli effetti. Il problema però non è tanto su un anno, perché quello si assorbe. Il problema è a tendere: nel momento in cui si dovesse consolidare una minore entrata di questa entità, a fronte di un non equivalente finanziamento del ministero, è chiaro che il sistema poi non tiene", ribadisce il rettore. (San/ Dire)

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