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Cronaca Zona Universitaria

Merola sogna Ateneo internazionale. Dionigi: 'Non siamo succursale di Stanford'

Gelo nel rettore alle parole del sindaco, che ha proposto Aree demaniali "a basso costo" per "attirare la sede di un'importante università internazionale che affianchi l'Alma Mater"

Aree demaniali "a basso costo" per "attirare la sede di un'importante università internazionale che affianchi l'Alma Mater". E' la proposta lanciata dal sindaco di Bologna Virginio Merola al primo forum del piano strategico metropolitano. Un'idea inedita sulla quale il primo cittadino non ha voluto sbottonarsi oltre, incassando però il 'gelo' di Ivano Dionigi. Il Rettore, anche lui invitato all'Arena del Sole, è scappato via senza rilasciare dichiarazioni, ma dal palco è stato chiaro: "Noi non siamo la succursale di Stanford, né la Normale di Pisa", ha scandito. Merola ha avanzato la proposta come primo punto della strategia di Bologna per attirare nuovi finanziamenti. L'obiettivo, ha sottolineato, sarebbe quello di "realizzare un polo della conoscenza e della ricerca tra i più importanti d'Europa, per quantità di cervelli, di brevetti, di qualità della vita e livello di relazioni internazionali".

Bologna, per il suo sindaco, deve essere "una città speciale", alla quale "deve essere data la possibilità di defiscalizzare gli investimenti e gli insediamenti imprenditoriali caratterizzati da un forte tasso di innovazione e Ict, dedicati a premiare e attirare talenti nei campi delle scienze e della tecniche più avanzate".
Dunque, ha proseguito Merola, via libera alle nuove generazioni: "Dobbiamo liberare dalla schiavitù i giovani e i nuovi italiani, le seconde generazioni in attesa di capire se li riconosciamo come italiani, offrendo loro cittadinanza e opportunità, premiando il merito e l'impegno". Senza, però, dimenticarsi di una delle caratteristiche fondanti della città, il suo welfare: "Una città speciale lo è se ha un'economia sociale. I beni comuni vanno tutelati: sono un investimento e una ricchezza. Le persone devono essere messe nelle condizioni di poter scegliere i loro percorsi di vita e di avere la possibilità di organizzarsi per dare risposte ai propri bisogni, anche attraverso un'integrale applicazione della sussidiarietà, come è scritta nella nostra Costituzione".

Ma l'accoglienza di Dionigi alle parole di Merola è stata molto fredda. Dal palco, dopo che di 'universita'' si era parlato a lungo negli interventi precedenti, il Rettore ha ricordato che "nessuno riuscirebbe ad immaginare Bologna senza il suo ateneo, più che un'alleanza è un destino". Un legame che porta 2 milioni al giorno, "600 milioni all'anno, più del bilancio comunale" e che, secondo Dionigi, andrebbe migliorato in termini di accoglienza, "perché il carovita è un punto problematico". Quanto all'internazionalizzazione, più che Erasmus e corsi in inglese, per il Rettore "l'obiettivo è portare qui il mondo, aumentando il numero degli studenti stranieri". Insomma investire sulla specificità di Bologna, che, appunto, non vuole essere un'Ateneo d'eccellenza come la Normale né è disponibile a diventare "succursale" di un importante nome straniero.

 

 


(ANSA)

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