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Cronaca Quartiere PILASTRO, Bologna

Uno Bianca, i familiari dei carabinieri uccisi: "Riaprire le indagini"

Oggi al Pilastro la commemorazione per i tre carabinieri uccisi il 4 gennaio 1991: Mauro Mitilini, Andrea Moneta e Otello Stefanini

Riaprire le indagini sui crimini della Uno Bianca. Per arrivare finalmente alla verità definitiva sulla banda di ex poliziotti che insanguinò Bologna, l'Emilia-Romagna e le Marche negli anni Novanta. A chiederlo a gran voce sono le famiglie dei tre carabinieri uccisi il 4 gennaio 1991: Mauro Mitilini, Andrea Moneta e Otello Stefanini.

VIDEO | La madre di Stefanini: "Morirò prima di sapere la verità"

"Noi familiari - si legge in una lettera diffusa oggi in occasione del 29esimo anniversario dell'eccidio - siamo determinati nel ricercare la verità, anche se lontana e difficile da raggiungere, e auspichiamo una riapertura delle indagini". Secondo le famiglie dei tre militari, "un contributo in questa direzione potrebbe arrivare anche dalla preannunciata informatizzazione e pubblicazione degli atti processuali, così come avvenuto per altre vicende giudiziarie. Ci batteremo affinché venga fatta piena luce sulle tante ombre che aleggiano su questa vicenda e continueremo a opporci ai vergognosi sconti di pena per coloro che si sono macchiati di crimini così efferati".

Il richiamo è anche alle istituzioni italiane, che "hanno il dovere di attivarsi per fare chiarezza su questi sette anni di terrore, perché le vittime della Uno bianca e i loro familiari hanno pagato un prezzo altissimo, che merita rispetto e giustizia". La lettera è stata consegnata ai cronisti dal fratello di Mitilini, Ludovico, al termine della commemorazione di questa mattina a Bologna. 

De Maria: "Fu eversione"

Sulla banda della Uno Bianca occorre "approfondire il contesto di quelle azioni criminali, che assunsero un carattere eversivo e destabilizzante della convivenza civile e della stabilita' democratica". A dirlo e' il deputato Pd Andrea De Maria, che questa mattina ha partecipato a Bologna alla commemorazione dei tre Carabinieri uccisi al Pilastro il 4 gennaio 1991 dalla banda dei fratelli Savi.

"Voglio confermare il mio impegno più convinto a fianco dei familiari delle vittime- si schiera con loro De Maria- il modo migliore per onorare la memoria di chi è caduto è battersi per la giustizia.
Quindi prima di tutto perché vi sia certezza della pena per chi si è reso responsabile di crimini così efferati. E poi per approfondire il contesto di quelle azioni criminali, che assunsero un carattere eversivo e destabilizzante della convivenza civile e della stabilità democratica, colpendo una comunità così importante per il Paese come quella di Bologna".

Si stringe ai familiari anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola. "Credo che le persone che hanno sofferto, che hanno passato dei Natali così difficili per questi delinquenti non potranno mai dimenticare- commenta il primo cittadino- resta il fatto che la giustizia in Italia è dovuta al nostro sistema democratico che sicuramente i criminali della Uno Bianca hanno disprezzato, ma di cui oggi godono anche i vantaggi". Merola quindi aggiunge: "Le leggi non si possono fare ad personam, ma sicuramente essere qui ogni anno, come comunità, dimostra che siamo sulla strada giusta. Questa è giustizia".

Il generale Domizi: "Non ci dimentichiamo di voi"

Durante la messa in ricordo dei tre carabinieri uccisi è intervenuto anche il generale Claudio Domizi, comandante regionale dell'Arma in Emilia-Romagna. "Siamo qui per dirvi ancora una volta che non ci dimentichiamo di voi- dice Domizzi rivolto ai familiari- che non ci siamo dimenticati di Mauro, Andrea e Otello. E non ci dimentichiamo di tutti quei berretti rimasti a terra, impregnati di sangue, di tanti servitori dello Stato che con coraggio hanno assolto fino al sacrificio il loro dovere. Mai li dimenticheremo". Domizi ringrazia poi il sindaco e "tutti i bolognesi che testimoniano la vicinanza all'Arma e ricordano quei tristi momenti, quella violenza assurda che si è rivolta verso tante vittime, che ricordiamo qui tutti insieme".

Il comandante regionale dell'Arma ringrazia quindi il questore vicario, presente alla funzione. Con la Polizia di Stato, sottolinea Domizi, "condividiamo l'oneroso compito di vegliare sulla sicurezza dei cittadini e del controllo del territorio. Un'attività che ci espone ad altissimi rischi, a tantissimi sacrifici e privazioni soprattutto delle famiglie, che si privano in qualche caso per sempre dei loro cari".

Durante l'omelia il cappellano dei Carabinieri, don Giuseppe Grigolon, invita a cercare "un esempio della forza necessaria per sacrificarsi per le persone che amiamo. Uno spunto per essere e non per fare". Don Grigolon aggiunge che "la giustizia va vissuta prima di tutto nella propria vita", quindi conclude: "Su questo altare oggi ricorderemo il sacrificio di tanti di noi, un sacrificio che ha edificato la nostra comunità e la nostra vita. 

La nuova Caserma

Il prossimo 15 gennaio inizieranno le demolizioni per far spazio alla nuova caserma dei Carabinieri al Pilastro. Ad annunciarlo è il sindaco di Bologna, Virginio Merola, al termine della commemorazione per i tre militari dell'Arma uccisi il 4 gennaio 1991 dalla banda della Uno Bianca.

"Finalmente il Pilastro, come ci eravamo impegnati a fare, avra' la stazione dei Carabinieri dedicata ai nostri ragazzi". La struttura sorgerà al posto di alcuni ruderi che si trovano nel parco dedicato proprio a Mitilini, Moneta e Stefanini, all'angolo tra le vie Casini e Pirandello, vicino alla biblioteca del quartiere.

Palazzo D'Accursio ha investito circa sei milioni di euro per l'opera, ricorda il sindaco. Il lavoro di demolizione dei ruderi dovrebbe durare circa un mese, poi sarà realizzata la bonifica bellica dell'area che, se non ci saranno intoppi, dovrebbe finire a fine aprile.

Il cantiere per realizzare la caserma dovrebbe di conseguenza aprirsi a maggio e durare circa 18 mesi. Il termine previsto per i lavori è la fine del 2021.

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