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Cronaca Centro Storico / Piazza Maggiore

Scuola: lavoratori in protesta, tafferuglio e sindacalista finisce in ospedale

Strattonato da 4 vigili è caduto a terra sbattendo testa e schiena, questo l'epilogo della protesta di ieri sull'entità dei finanziamenti comunali che determinano le paghe "da fame" dei lavoratori

Ancora agitazione intorno al mondo della scuola, dove si lamentano, in soldoni, precarietà del lavoro e stipendi "da fame".

L'ennesimo sfogo è arrivato ieri, davanti alla sede del Comune in piazza Mggiore, dove gli operatori delle cooperative sociali che prestano servizio negli istituti scolastici,  hanno manifestato il loro dissenso capitanati dalla USB.

SINDACALISTA IN OSPEDALE. Ma i toni concitati sono evidentemente degenerati e la protesta è finita con il ricovero in ospedale di un sindacalista Usb. "Sono stato chiamato in Comune dai lavoratori - racconta all'Ansa Massimo Betti, raggiunto al telefono in pronto soccorso - e lì, nell'anticamera, sono stato strattonato da quattro vigili urbani, sono caduto a terra e ho sbattuto la testa e la schiena. Non penso sia niente di grave - commenta - ma sento molto male".

LA DENUNCIA DEGLI EDUCATORI. Sull'accaduto si leva la delazione degli Educatori, che hanno preso ieri parte alla manifestazione. "Questa sera si è consumato un episodio duro da digerire - scrivono in un nota - che colpisce la libertà dei lavoratori di manifestare il proprio dissenso. Durante il presidio dei lavoratori delle cooperative sociali che hanno reclamato l'intervento delle istituzioni per uscire da una insopportabile enpasse, in una sala del comune di Bologna è stato strattonato e scaraventato a terra il cordinatore dell'USB Massimo Betti. Tale azione lesiva della libertà di manifestare, nonchè lesiva della dignità delle persone, è stata perpetrata da alcuni agenti della polizia municipale. Non entro nel merito dell'eventuale intenzionalità del gesto, ma è un dato che ci si palesa davanti agli occhi quello per cui le istituzioni ottuse decidono di sedare il dissenso senza sforzarsi di risolvere i problemi che lo determinano."

Poi il dito puntato contro le istituzioni : "Oggi - si legge ancora nella nota degli educatori -  il comportamento delle istituzioni bolognesi nei confronti degli educatori era stato vergognoso visto che gli educatori attendevano gli assessori in Piazza Liber Paradisus, e gli assessori invece hanno dribblato lavoratori e USB, incontrando i sindacati complici CGIL e CISL a Palazzo D'Accursio, e firmando con questi sindacati un verbale che colpisce duramente i diritti degli operatori scolastici delle coperative sociali."

AL CENTRO DELLA PROTESTA. Al centro della protesta, l'entità dei finanziamenti comunali a sostegno degli accordi con le cooperative, che determinano a loro volta l'entità delle paghe dei lavoratori.

Firmati due verbali di incontro a Bologna tra amministrazione comunale, sindacati e le cooperative Dolce, Quadrifoglio e Energym sui servizi integrativi scolastici (assistenza handicap, pre e post orario) in vista del prossimo anno scolastico.
Le parti, spiegano i verbali, "condividono l'obiettivo di salvaguardare i diritti dei lavoratori impiegati nella gestione di tali servizi" e si sono impegnate a confermare "il monte ore dei singoli lavoratori riferito all'anno scolastico 2010/11 e a garantire il principio della continuità lavorativa, laddove prevista nei contratti di lavoro nazionali applicati".

Dunque, in caso di ulteriore fabbisogno di personale, le cooperative valuteranno "l'impiego dei lavoratori già presenti nei servizi scolastici in oggetto, incrementando il loro monte ore". Il Comune si è impegnato, anche davanti a Fp-Cgil e Fp-Cisl, "ad avviare con le associazioni rappresentanti delle imprese un confronto volto a rivedere il modello dei servizi, al fine di una maggiore omogeneità del sistema, salvaguardando i diritti dei lavoratori e garantendo la massima qualità dei servizi erogati alle famiglie".

In particolare l'amministrazione introdurrà "in via permanente ed esclusiva la figura dell'educatore di plesso negli istituti scolastici". Inoltre valuterà le problematiche in essere relative ai livelli occupazionali e retributivi dei lavoratori, con l'obiettivo di favorire una loro soluzione che salvaguardi il più possibile continuità occupazionale e retributivo".

L'IMPEGNO DELL'AMMINISTRAZIONE. Il tavolo sarà riconvocato entro un mese. "L'amministrazione conferma il proprio impegno a affrontare in breve tempo le questioni che si sono aperte nell'ambito dell'appalto dei servizi integrativi scolastici a partire dal garantire la qualità dei servizi rivolti alla famiglia e salvaguardare la continuità lavorativa degli educatori e degli operatori coinvolti", hanno dichiarato in un comunicato congiunto gli assessori Matteo Lepore (lavoro), Marilena Pillati (scuola) e Riccardo Malagoli (quartieri), commentando la sottoscrizione dei due verbali di incontro con sindacati e cooperative. "Nell' impegnarsi a rivedere il modello dei servizi nell'ambito della più complessiva riorganizzazione dell'ente, consapevoli delle pesanti ricadute che la manovra produrrà sui servizi alla persona - hanno proseguito - gli assessori auspicano che al tavolo delle trattative in corso tra sindacati e imprese si possa giungere a un'intesa che tenga conto della salvaguardia dei livelli contrattuali e salariali dei lavoratori coinvolti". Durante il vertice in piazza Liber Paradisus, le Usb hanno protestato con un sit-in, denunciando con un comunicato "il tentativo vano di bloccare con la forza la manifestazione" e che il sindaco Virginio Merola avrebbe inveito "in maniera scurrile contro i lavoratori".

MOBILITAZIONE CONTRO LA LA MANOVRA. Malumori nel mondo scolastico anche verso la Finanziaria, che impone istituti comprensivi da mille alunni e da 500 nelle scuole di montagna.

La Regione Emilia-Romagna ha così deliberato di ricorrere alla Corte Costituzionale contro le disposizioni, contenute nella manovra finanziaria del Governo varata il 15 luglio scorso, nella parte che riguarda l’organizzazione scolastica. 
Il Governo ha infatti previsto all’art. 19 del decreto legge n. 98, che dall’anno scolastico 2011-2012 le scuole dell’infanzia, le scuole primarie e le scuole secondarie di primo gradodebbano essere aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome.
L’Emilia-Romagna ritiene che la materia dell’organizzazione scolastica sia oggetto di potestà normativa concorrente e che allo Stato spetti la sola emanazione delle norme di principio, mentre alle Regioni competono le disposizioni di dettaglio.

 “La Corte Costituzionale già in passato ha confermato la nostra interpretazione sul tema – spiega l’assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi - a partire dalla sentenza n.13 del 2004. Da tempo abbiamo avviato una politica di ottimizzazione del dimensionamento scolastico, ma sempre con un processo di concertazione con le comunità locali. Il 60% delle scuole nella nostra regione sono già istituti comprensivi, ma imporre i 500 alunni nei territori di montagna significherebbe accorpare situazioni molto lontane tra loro, e di fatto annullare il radicamento delle scuole sul territorio”.

 
 

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