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Cronaca Stazione / Via Jacopo Barozzi

Via Barozzi: nasce Oasi, il cohousing per disabili

Quattordici spazi per accompanare i portaori di handicap verso l'autonomia abitativa. Tra i criteri di selezione anche soglie minime di reddito

7 appartamenti, 6 monolocali e 1 bilocale con spazi comuni che potranno essere gestiti in modo condiviso da persone con disabilità. E’ l’immobile individuato per la realizzazione del progetto “Oasi”, un cohousing in via Barozzi 7, all’interno di uno stabile pubblico, destinato alle persone con disabilità. Secondo una nota di palazzo D’Accursio, la giunta ha approvato il protocollo di collaborazione con Asp e Ausl Bologna per la realizzazione di questo progetto che ha l’obiettivo di rendere le persone disabili protagoniste attive della propria vita e non cittadini fruitori passivi di servizi. «Questo progetto rientra in una strategia più complessiva volta a supportare le occasioni di autonomia abitativa delle persone disabili» spiega l’assessore alla sanità e welfare Luca Rizzo Nervo.
 

Servizi sociali, Asl, ma anche associazioni che stiano lavorando proprio sul tema dell’autonomia abitativa, saranno chiamate a selezionare le persone adatte per il progetto. I criteri per l’individuazione saranno diversi: l’autonomia innanzitutto, intesa anche come necessità per emanciparsi dal proprio nucleo familiare, oppure per uscire da realtà istituzionali. 

Secondo criterio, quel minimo di indipendenza economica sufficiente a sostenere il canone di affitto e le spese per le utenze, a garantire il mantenimento del proprio alloggio e l’assistenza personale necessaria. Se necessario ci potranno essere interventi integrativi di carattere assistenziale o economico, nel rispetto del regolamento comunale, da parte dei servizi che hanno in carico la persona con disabilità.

A coordinare le attività, un gestore che sarà individuato in itinere, e che avvierà un percorso di accompagnamento del gruppo di persone con disabilità per definire valori e principi condivisi del cohousing. Sarà il momento fondativo -conclude la nota- di quel contesto abitativo condiviso che permetterà a ciascuno di mettere in campo le proprie risorse e di confrontarsi con gli altri, affrontando i propri limiti ma esercitando attivamente la propria capacità di autodeterminazione. 

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