Ieri sera, poco prima delle 21, si è sviluppato un incendio all’interno del capannone al civico n° 2/10  di Via de' Carracci, si tratta dello stabile che ha ospitato in passatro il centro sociale "Livello 23", sgomberato proprio un anno fa, a seguito degli esposti dei residenti che segnalavano musica troppo alta tutti i giorni. 

A segnalare il fatto a Bologna Today, R.A. che abita proprio di fronte al capannone: "Nel giro di pochi minuti un odore acre ed un fumo nero ha invaso la via e le abitazioni prospicenti. I Vigili del Fuoco sono prontamente intervenuti rispondendo alle numerose chiamate del vicinato".

L'incendio è stato domato ma "La copertura del fabbricato è in eternit. Ho subito chiuso le finestre di casa ed ho quindi invitato i familiari e qualche condomino sulle scale già agitato a non uscire di casa".

Il signor R. A. riferisce di aver già scritto l'anno scorso alle autorità cittadine "della consistenza della copertura di questo sfortunato capannone e del degrado del tetto" e "appena un mese fa, notando un degrado dello stato delle lastre, ho inviato una mail anche al Dipartimento di Sanità Pubblica dell’ASL ed al Comando dei Vigili Urbani di Bologna. Ovviamente il riscontro ottenuto a queste mie segnalazioni è stato nullo".

"Di fatto, il cortesissimo operatore del 115 che mi ha risposto questa sera durante l’emergenza non mi ha potuto rassicurare sulla possibilità che dall’incendio non si siano sviluppate polveri nocive e mi ha potuto solo invitare a non uscire di casa fino al termine dell’emergenza".

Così il cittadino si chiede: "Chi mi dice che già i primi fumi entrati in casa e respirati non fossero nocivi? E tutte quelle persone curiose che si sono poi riversate in strada ad assistere all’intervento dei VVFF cosa hanno respirato? Quello che mi stupisce è il silenzio e indifferenza delle autorità preposte alla salute pubblica avvisate di un pericolo concreto, quasi certezza, oggi divenuto realtà.Io rimarrò perennemente nel dubbio dell’effettiva natura di questi fumi augurando a me i miei familiari e tutto il vicinato di averla comunque scampata".

E conclude con "una amara certezza, questo è un paese che non vuole e non potrà cambiare mai. Scrivo a Voi perché più di me potreste avere delle risposte da chi non si cura dei cittadini".