Occupazione ex Dima: sgombero in corso del residence di Via Emilia Levante
I locali, abbandonati da qualche anno, erano stati occupati all'alba di venerdì scorso da un centinaio di persone. Lo sgombero in diretta su Agorà di Rai 3
Il residence ai piani superiori dell'ex centro commerciale Dima, in via Emilia Levante, è in corso di sgombero da parte della Digos e della Squadra Mobile.
I locali, abbandonati da qualche anno, erano stati occupati all'alba di venerdì scorso da un centinaio di persone, migranti e famiglie con minori, coordinati dalla sezione bolognese del CISPM - Coalizione Internazionale Migranti Rifugiati e Sans-papiers.
Dell'occupazione in via Emilia Levante si parla questa mattina al programma di rai 3 Agorà che ospita i rappresentanti del CISPM, la capogruppo della Lega Nord in comune Lucia Borgonzoni e del capogruppo PD Claudio Mazzanti.
Il residence, camere con bagno e uso cucina in ottime condizioni, con mobili, elettrodomestici e materassi nuovissimi, li hanno ospitato solo per 3 giorni i senza tetto provenenti anche da altri stabili occupati, come le scuole Ferrari di via Toscana, ormai sovraffollati: "Purtroppo siamo costretti ad utilizzare ancora una volta che queste pratiche, che ci eviteremo volentieri, perdita di lavoro e quindi della casa, i più fortunati dormono in macchina", aveva detto Luca di CISPM a Bologna Today "una struttura abbandonata a se stessa, costruita cementificando un'area semi-centrale che potrebbe ospitare circa 500 persone".
"Siamo a guardia del nulla, qui è rimasto solo un ristorante giapponese. Capisco che siano senza casa, però non vorrei che per tutelare loro, io rischiassi di perdere il lavoro", aveva detto un addetto alla sicurezza. "Portano i bambini così non li possono cacciare" dicono alcuni residenti che non vogliono essere ripresi dalla telecamera "non è giusto occupare una proprietà privata, se vengono a casa mia, le assicuro, io li sbatto fuori". Cosa farebbe se fosse senza casa e senza soldi? "La casa al momento ce l'ho e anche uno straccio di lavoro" ci dice una passante "non c'è posto per tutti, e se sono italiani ci deve pensare il comune".