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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Via Orfeo

Via Orfeo, oltre 400 tombe ebraiche rinvenute nel giardino di un complesso monastico

Sarebbe il più grande cimitero ebraico del Paese. Gli scavi dal 2012, la scoperta avvenuta durante lavori di costruzione di un complesso residenziale. Nel 1569 una bolla papale ne autorizzò la distruzione

408 tombe, con tanto di corredi e ornamenti personali. E' stato ritrovato il cimitero ebraico medievale di Bologna. Il luogo di sepoltura è stato rinvenuto nelle pertinenze di un giardino interno di proprietà del monastero di San Pietro Martire, durante i lavori di realizzazione di un complesso residenziale. Le tombe sono venute alla luce nel corso di uno scavo archeologico stratigrafico estensivo, condotto dalla Cooperativa Archeologia in relazione alla costruzione di un complesso residenziale.

Distrutto nel 1569, del cimitero se ne era persa ogni traccia, tranne alcune voci, frutto di una tradizione orale, che lo ridefiniva come 'Orto degli ebrei'. Il sepolcreto si colloca nei pressi del Monastero di San Pietro Martire, nell’isolato compreso tra via Orfeo, via de’ Buttieri, via Borgolocchi e via Santo Stefano. Sono emerse sepolture di donne, uomini e bambini, alcune delle quali hanno restituito elementi d’ornamento personale in oro, argento, bronzo, pietre dure e ambra.

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Le fonti d’archivio riportano che quest’area fu acquistata nel 1393 da un membro della famiglia ebraica dei Da Orvieto per poi essere lasciata in uso agli ebrei bolognesi come luogo di sepoltura. Questa funzione permane fino al 1569, quando l’emanazione di due Bolle Papali condanna le persone di religione ebraica ad abbandonare le città dello Stato Pontificio e ad essere cancellate dalla memoria dei luoghi dove avevano vissuto e operato.

Un gruppo di lavoro composto da Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Comunità Ebraica di Bologna e ricercatori indipendenti, con il supporto del Comune di Bologna, cercherà di ricomporne le vicende storiche, ricostruendo le dinamiche insediative e l’evoluzione topografica e sociale dell’area. Uno degli obiettivi primari del Progetto è l’elaborazione di un piano di recupero della memoria e la valorizzazione del patrimonio culturale ebraico e della storia della comunità bolognese.

Le cause dell'oblio. Con il Breve del 28 novembre 1569, Pio V dona l’area del cimitero ebraico alle suore della vicina chiesa di San Pietro Martire, accordando alle monache la facoltà “di disseppellire e far trasportare, dove a loro piaccia, i cadaveri, le ossa e gli avanzi dei morti: di demolire o trasmutare in altra forma i sepolcri costruiti dagli ebrei, anche per persone viventi: di togliere affatto, oppure raschiare e cancellare le iscrizioni ed altre memorie scolpite nel marmo”.

Riportati in luce gli sconvolgenti effetti di questo provvedimento: circa 150 tombe volontariamente manomesse per profanare la sacralità delle sepolture, nessuna traccia delle lapidi che dovevano indicare il nome dei defunti, forse vendute o riutilizzate. Proprio da via Orfeo vengono probabilmente le quattro splendide lapidi ebraiche esposte nel Museo Civico Medievale di Bologna.

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