'Faranno bus altrove', operai bloccano Ex-Breda di via San Donato
Gli operai non fanno passare i camion in azienda, dopo la notizia che materiale per costruire 26 veicoli sarebbe destinato allo stabilimento di Flumeri, nell'avellinese. Maestranze imbufalite contro dirigenza Del Rosso e Governo: "Accordi del 2014 carta straccia"
Scatta il blocco dei cancelli all'ex Bredamenarinibus di Bologna: i lavoratori sono in presidio e in sciopero da oggi e non lasciano entrare i mezzi per le consegne. La protesta è scattata dopo che i dipendenti hanno scoperto che, come racconta Sandra Ognibene della Fiom-Cgil, "sabato è stato imballato del materiale per 26 veicoli che dovevano essere fatti a Bologna e invece verranno costruiti a Flumeri" nell'ex Irisbus confluita, come la 'Breda', nell'Industria italiana autobus.
Da mesi, il sindacato lancia l'allarme sul progressivo svuotamento della parte produttiva della storica fabbrica bolognese di autobus e sabato queste paure hanno preso forma: "Peraltro, sappiamo che in questo materiale c'e' anche una fornitura per mezzi che andavano fatti a Bologna: la preoccupazione e' che stiano sgomberando lo stabilimento", conferma dunque la sindacalista.
Di qui il blocco ai cancelli. Si aspettano i camion che devono caricare i materiali preparati per il trasporto ad Avellino. E, ovviamente, li si aspetta per bloccarli: "Non stiamo facendo entrare nessuno, né consegne o né ricevimento merci, abbiamo rimandato tutti indietro", specifica Ognibene. E i dipendenti si preparano a 'resistere': "Dobbiamo presidiare e verificare, stabiliremo un programma di vigilanza".
Nel frattempo, l'azienda "cerca di rassicurarci, ci dicono che dobbiamo stare tranquilli, che sono materiali per Flumeri e che su Bologna rienteranno lavoratori dalla cassa integrazione per completare la realizzazione di sei autobus, ma tutto è generico", sottolinea Ognibene, parlando alla 'Dire'. La paura resta tutta: "Temiamo che, finiti quei sei autobus, non resti più nulla". Al momento l'ex 'Breda' conta 120 dipendenti in cig, 35 impiegati al lavoro e otto addetti nel reparto produttivo.
Nel mirino Stefano Del Rosso, presidente-ad di Industria italiana autobus, e il Governo, nella veste dell'allora sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, oggi ministro con delega al Mezzogiorno. L'accusa è semplice: gli accordi firmati nel 2014 per il decollo di Industria italiana autobus non vengono rispettati e quindi si rischia un declino irreversibile, nonostante i fondi europei per il rinnovo delle auto inquinanti, nonostante commesse per 300 mezzi e nonostante nel piano della Regione Emilia-Romagna siano segnati altri 600 bus fino al 2020. Ancora prima, a fine gennaio, numeri sulla situazione dell'ex 'Breda' li aveva tirati fuori il M5s a Roma: si parlava di un in portafoglio ordini per 276 veicoli acquisiti, e molte gare a cui partecipare.
Ma se si analizzava la cosa più a fondo saltava fuori, avvisava il M5s alla Camera, che "solo il 12% di macchine dovrebbe essere realizzato in Italia e più precisamente a Bologna, mentre il resto dovrebbe continuare ad incrementare le casse di altri Paesi e maestranze". In particolare, nel 2017 dovevano venire dalla Turchia solo 10-15 veicoli ed, invece, ne verranno costruiti almeno 193, mentre altri 57 veicoli (a motori anteriori o scuolabus) saranno costruiti in Polonia. E la Fiom confermò già allora: lo stabilimento di Bologna e' "gravemente compromesso". Scenario confermato pochi giorni dopo l'ennesima fumata nera al ministero dello Sviluppo economico con rinvio del tavolo al 19 aprile. (Dire)