Centri sociali, Labas 'vince' Vicolo Bolognetti: 'Premiato dalle attività svolte in quartiere'
Il collettivo, sgomberato dalla ex caserma Masini in agosto, si è aggiudicato gli spazi per un anno. Le attività saranno monitorate da quartiere e Comune
Erano stati sgomberati ad agosto, dalla loro sede storica. Ora, sulla scia delle polemiche ma anche di una grande manifestazione che a settembre ne chiese la riapertura, gli attivisti dell'ex centro sociale di via Orfeo hanno di nuovo una casa, almeno per il prossimo anno.
E' stato infatti il progetto “Back to Làbas”, proposto dall'associazione 'Nata per sciogliersi', ad aggiudicarsi il bando per la gestione temporanea degli spazi di vicolo Bolognetti 2, nell'ambito della realizzazione del percorso del "Laboratorio cittadino dell'immaginazione civica dedicato al tema degli spazi". A darne notizia è il Comune attraverso una nota.
In tutto sono state cinque le proposte che ha partecipato all'avviso pubblico del 26 ottobre, mentre le associazioni che hanno superato la soglia di ammissibilità (60 punti) sono state due: l'associazione Nata per sciogliersi, che ha conseguito un punteggio di 96 punti e l'associazione Comitato Piazza Verdi che ha conseguito un punteggio di 89 punti.
Secondo la commissione la proposta presentata dall'associazione Nata per sciogliersi (vicinissima a Labas, ndr) è di buona qualità, perfettamente coerente con gli obiettivi dell'avviso, "pur non dettagliando diffusamente il modello gestionale e la sua sostenibilità economica". In particolare è stata valutata positivamente l'esperienza maturata nel quartiere e l'articolazione molto ampia (13 associazioni più 13 realtà informali) della compagine proponente. La presenza di una gestione condivisa degli spazi come esperienza pregressa nello stesso Quartiere dove si trova vicolo Bolognetti -fa sapere sempre il Comune- ha rappresentato l’elemento che ha consentito all’associazione Nata per sciogliersi di conseguire un maggior punteggio.
Ironizza polemico Umberto Bosco, consigliere della Lega Nord in Comune, che attacca: "Il nome dell'associazione messa in piedi dal collettivo non potrebbe essere più didascalico, quasi a volerci ricordare che si è trattata di una mera e temporanea formalità. D'ora in avanti tutte le realtà autogestite che occupano indebitamente spazi, in caso di sgombero, pretenderanno (e come dar loro torto?) il medesimo trattamento".
