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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

West Nile, 2 morti. "Da luglio 46 casi a Bologna. No allarmismi, sì a prevenzione'

La dottoressa Luciana Prete spiega la situazione in città e quali sono i soggetti a rischio. "Le vittime avevano un quadro altamente compromesso e difese immunitarie bassissime"

Due persone decedute all'Ospedale Maggiore di Bologna per infezione da West Nile: la notizia è arrivata ieri pomeriggio dall'Ausl Bologna: «La salute delle due donne decedute era molto compromessa, non ci sono casi di vittime con solo encefalite da West Nile, ma quadri clinici molto complessi, con difese immunitarie bassissime come in queste due pazienti -  spiega Luciana Prete, direttore Igiene Alimenti e Nutrizione Ovest dell’Azienda USL di Bologna -  Al momento abbiamo 6 ricoveri come Ausl, mentre altri 4 pazienti sono al Sant'Orsola e da luglio a oggi i casi a Bologna sono stati 46, di cui 6 asintomatici, scoperti perchè i soggetti sono donatori di sangue».
Dunque non è il caso creare allarmismi? «Nessun allarmismo, piuttosto tanta prevenzione. Il cittadino deve fare molto e curare le aree verdi, evitando di lasciare ristagnare dell'acqua che possa poi "ospitare" la zanzara portatrice del virus. A Bologna in ogni caso abbiamo un ottimo sistema di sorveglianza il fenomeno è comunque in calo: il periodo di latenza del virus dura 15 giorni». 

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Il West Nile virus: cos'è e come si trasmette

Il West Nile virus, come si legge sul sito del Ministero della Salute, appartiene alla famiglia dei Flaviviridae, ed è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile, da cui prende il nome. Da allora sono state segnalate epidemie di malattia in numerosi Paesi dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente e recentemente anche in alcuni Paesi europei e negli Stati Uniti.

Viene trasmessa all’uomo e agli animali, generalmente equini ed uccelli (ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli), attraverso la puntura di zanzare infette (più frequentemente del tipo Culex), non si trasmette da persona a persona. Nei serbatoi di infezione, uccelli migratori e animali domestici, il virus può persistere da alcuni giorni a qualche mese.

Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La diffusione della malattia tra gli equini è più frequente e le manifestazioni cliniche sono di tipo encefalomielitico; recentemente sono stati segnalati focolai in Marocco (1996), USA (1999-2001), Francia (2000).
In Italia la malattia West Nile negli equini è stata identificata per la prima volta nel 1998, nella zona umida denominata Padule di Fucecchio, in Toscana, in un focolaio che ha provocato la morte di sei cavalli nel periodo compreso fra agosto e ottobre.

Rischi focolai e prevenzione

I focolai più comuni possono essere di vario tipo, ad esempio: acquitrini, canalizzazioni a cielo aperto, bacini perenni e per l’approvvigionamento idrico degli orti urbani, risaie, cisterne, depuratori, vasche e fontane ornamentali soprattutto laddove le acque sono ferme e contengono detriti vegetali (che forniscono nutrimento e riparo alle forme larvali), tombini e pozzetti stradali che raccolgono le acque di superficie, grondaie con pendenze non corrette, cantine allagate, ed anche piccole raccolte di acqua temporanee, come ad esempio in barattoli vuoti, sottovasi e contenitori senza coperchio.

Nella circolare dello scorso 7 agosto diramata dal Ministero della Salute: "Si richiama l’attenzione sulla necessità di procedere, in collaborazione con le Autorità competenti, a seconda delle realtà locali, agli interventi di risanamento ambientale, che possono comprendere, fra l’altro: manutenzione delle aree verdi pubbliche; pulizia delle aree abbandonate; eliminazione dei rifiuti per evitare la presenza di contenitori, anche di piccole dimensioni, contenenti acqua; drenaggio; canalizzazione; asportazione o chiusura di recipienti; Tali attività saranno affiancate dalla sensibilizzazione della popolazione, anche con interventi porta a porta, per eliminare i siti di riproduzione delle zanzare nelle aree private".

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