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Cronaca

West Nile, l'assessore regonale: 'Multe a chi non disinfesta'

L'epidemia è in calo ma ora il problema è prevenire la diffusione delle zanzare obbligando anche gli spazi privati sensibili ad applicare larvicidi e adulticidi

La prima mossa da fare per combattere il virus West Nile è "applicare sanzioni sicure e certe a chi non fa disinfestazione, in particolare ai privati. Altrimenti diventa difficile contrastare la diffusione di focolai". Ne è convinto l'assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna, Sergio Venturi, che oggi in commissione ha fatto il punto della situazione sul contagio del virus nel territorio regionale. Sull'assessore però sono piovute critiche dalle opposizioni per come è stata gestita la situazione ("Alcuni enti locali sono stati inermi", accusa la 5 stelle Giulia Gibertoni) e persino dal Pd.

"Ferrara è stata la più colpita, anche per una peculiarità territoriale- segnala la dem Marcella Zappaterra- ma ho visto difficoltosa un'intesa tra le istituzioni e i Comuni sono andati in ordine sparso. Credo che l'anno prossimo sia opportuno che la Regione, oltre a capire se ci sono altre misure da mettere in atto, intervenga prima e lavori meglio sulla prevenzione, vigilando anche che i Comuni si comportino tutti nello stesso modo e che i privati facciano uso dei kit".

Discorso simile da un altro esponente Pd, Mirco Bagnari. "Sul tema delle risorse la Regione dovrà fare di più- bacchetta- ma anche le Aziende sanitarie dovranno fare la loro parte. Credo ci sia la necessità di rendere più sinergici gli sforzi". Di fare qualcosa di diverso parla anche il sovranista Michele Facci, che arriva a proporre lo studio di un vaccino ad hoc contro la West Nile. "Credo che una risposta straordinaria possa essere anche suggerire una ricerca scientifica per l'individuazione di una nuova profilassi per l'uomo, che può passare appunto dai vaccini", sostiene.

Da giugno a oggi, in Emilia-Romagna si sono contati 87 casi di malattia neuro-invasiva dovuta al virus West Nile, con 14 decessi (età media delle vittime 80 anni), 65 casi di forme febbrili, 22 casi di infezione senza sintomi scoperti in donatori di sangue. Il picco si è registrato tra il 27 luglio e 10 agosto, la maggior parte dei casi si è concentrato nelle province di Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna.

La Regione chiede dunque ai Comuni di impegnarsi di più nella disinfestazione e nel controllo dei cittadini. L'obiettivo principale, spiega Venturi, è "ridurre il rischio di malattia per l'uomo", a partire dalla "prevenzione del rischio di trasmissione attraverso la donazione di sangue, di organi e di tessuti". C'è poi la lotta alle larve di zanzara.

"Ai Comuni viene chiesto di procedere alla distribuzione dei prodotti- ricorda l'assessore- e di avviare iniziative comunicative per promuovere il coinvolgimento dei cittadini nella gestione di aree private. Ad agosto, vista la diffusione del virus, si è chiesto ai Comuni di raddoppiare gli interventi portandoli da una cadenza mensile a quindicinale fino al 30 settembre".

Tutti gli interventi straordinari da parte dei Comuni saranno rimborsati dalla Regione, che per il 2018 ha stanziato un milione di euro. Venturi respinge poi la proposta della Lega di prendere esempio dal Veneto, varando anche in Emilia-Romagna un piano straordinario di sovvenzionamento ai Comuni per il contrasto al virus. "Le altre regioni non hanno un sistema cosi' strutturato- spiega l'assessore- il piano di sorveglianza e controllo dell'Emilia-Romagna è il modello di riferimento. Se comparati al Veneto, apparentemente abbiamo fatto azioni meno straordinarie, ma questo perché prevediamo interventi ordinari ogni quattro settimane". (San/dire)

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