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Cronaca

Ziccardi, Alavie: “Antiriciclaggio, studi professionali a rischio per troppa burocrazia”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

"La normativa Antiriciclaggio nazionale e internazionale - resa ancora più stringente dal nuovo regolamento europeo antiriciclaggio approvato a fine maggio dal Parlamento Europeo - e le scadenze relative alla Voluntary Disclosure hanno un forte impatto sul lavoro quotidiano dei commercialisti: i professionisti devono sin da ora puntare su sistemi di gestione strutturati per farsi trovare pronti". Così commenta Vito Ziccardi, Amministratore Delegato di Alavie, a margine del workshop "Voluntary Disclosure & Antiriciclaggio, dalla teoria alla pratica" dedicato ai professionisti fiscali bolognesi, in corso di svolgimento in città presso la Torre Legacoop

Bologna, 16 giugno 2015

"Negli ultimi 24 mesi abbiamo visto la normativa Antiriciclaggio crescere soprattutto in numero di adempimenti obbligatori e di responsabilità attribuite ai professionisti. Sul piano nazionale, uno dei più recenti esempi in ordine cronologico è il cosiddetto decreto 'Sblocca Italia', che ha suscitato fin dalla sua proposta molte reazioni da parte delle associazioni professionali, ma anche sul piano internazionale il tema è nell'occhio del ciclone: basti ricordare che a inizio giugno è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il nuovo Regolamento Antiriciclaggio, approvato in via definitiva dal Parlamento a fine maggio, e a questo punto gli Stati membri hanno tempo fino al 26 giugno 2017 per recepirlo", commenta Vito Ziccardi, Amministratore Delegato di Alavie a margine del workshop "Voluntary Disclosure & Antiriciclaggio, dalla teoria alla pratica", rivolto ai professionisti fiscali e tributari bolognesi. L'incontro è stato organizzato da Alavie in collaborazione con Airces, Associazione Italiana Revisori Legali dell'Economia Sociale.

"Il rischio è che - per poter essere conformi alle normative antiriciclaggio - gran parte delle risorse degli studi vengano impegnate ad esaurire gli obblighi burocratici, a discapito delle attività inerenti ai clienti", prosegue Ziccardi. "Dall'altra parte, secondo l'ultimo Quaderno dell'Antiriciclaggio di Banca d'Italia, relativo al primo semestre del 2014, solo il 3,2% delle segnalazioni complessive di operazioni sospette arriva dai professionisti. Significa che c'è ancora tanto lavoro da fare".

"Crediamo che la chiave di volta sia nella semplificazione, che può essere abilitata dalla formazione", conclude Ziccardi. "E' necessario mettere in campo tecnologie, competenze e risorse adeguate per gestire la complessità di una normativa tanto controversa quale quella relativa all'antiriciclaggio, che richiede continui adeguamenti sia sul fronte nazionale che su quello internazionale. In questo senso, l'introduzione del nuovo regolamento europeo in materia genererà nuove incombenze per i professionisti, da affrontare opportunamente e con la giusta preparazione: è importante farsi trovare pronti. Questo però implica necessariamente anche una nuova apertura e flessibilità da parte dei commercialisti. Certamente, la consapevolezza dei costi che il mancato adempimento può portare con sé deve essere una spinta a investire in formazione e tecnologie per conseguire il necessario adeguamento alle normative. Eventuali sanzioni in caso di controllo, oggi sempre più frequenti, sono infatti un rischio da cui è necessario proteggersi: una valutazione dei costi-benefici degli adeguamenti è quanto mai opportuna oggi per i professionisti. Oltretutto, con la Voluntary Disclosure ed il reato di Autoriciclaggio, queste norme diventano importanti per un numero sempre maggiore di contribuenti e quindi dei loro consulenti fiscali e legali: essere preparati in materia e svolgere tutti gli adempimenti con puntualità diventa così sempre più importante per la qualità del servizio offerto alla clientela".

Secondo un'indagine condotta da Alavie e presentata lo scorso anno, nel nostro Paese manca ancora una cultura della formazione continua tra i professionisti: il 75% di essi ha dichiarato di non fare formazione e solo il 3% adotta, per esempio, misure di controllo in tema di antiriciclaggio. "Gli eccellenti riscontri dei workshop che stiamo organizzando a livello nazionale ci incoraggia a pensare che questa tendenza possa essere modificata in un futuro non troppo lontano", commenta Ziccardi.

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