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Fave dei morti dell'Artusi, biscotti "brutti ma buoni" davvero: la ricetta

La tradizione arriva dall'antica Roma, quando ai funerali si distribuivano delle fave secche simboleggianti le anime dei defunti

A Bologna si chiamano "brutti ma buoni" e in questo nome si spiega tutto. Questi dolcetti tipidi del periodo sono però conosciuti e diffusi in tutta Italia come "Fave dei Morti", inclusi anche nel ricettario di Pellegrino Artusi del 1891: la tradizione arriva dall'antica Roma, quando ai funerali si distribuivano delle fave secche simboleggianti le anime dei defunti, ecco perchè li si cucina proprio nel periodo vicino al Giorno dei Morti. 

Semplicissimi da fare, gustosi così come sono o inzuppati nel vino, sono assolutamente da includere nelle ricette di questo periodo. Variazioni sul tema: pinoli, cannella, rhum.

Ingredienti: 

200 grammi di mandorle pelate e tritate

100 grammi di farina tipo "00"

100 grammi di zucchero

1 uovo intero

30 grammi di burro

scorza di 1 limone

Preparazione: 

Tritare le mandorle fino ad ottenere quasi una farina. Incorporare l'uovo, la farina, lo zucchero, il burro ammorbidito e la scorza di limone. Impastare il tutto con le mani fino a ragiungere una consistenza compatta e non troppo secca, con possibilità di amorbidirlo con un goccio di rhum.

Fave dei Morti  (3)

Lavorare la pasta usando le mani a mo' di mattarello fino a formare un "serpentone" e tagliarlo a fettine come fosse un salme! Appiattire ogni biscotto dandogli una forma arrotondata. 

Fave dei Morti  (6)

Posare le "fave" su una teglia e far cuocere a 180° per 15/20 minuti.

Fave dei Morti  (8)

Quando i biscotti sono dorati, sfornare e far raffreddare.

Fave dei Morti  (9)

Non saranno bellissimi, ma il gusto è assicurato.

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