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Economia Zola Predosa

Philip Morris: 120 assunzioni a tempo indeterminato entro il 2016

Accordo con le Rappresentanze sindacali unitarie per il consolidamento dell'occupazione

Sottoscritto il Contratto integrativo aziendale Philip Moris di Bologna, dopo l'approvazione dei lavoratori in assemblea a maggioranza. L'azienda applica il CCNL Chimico Industria settore Fibre e il contratto si applicherà alle due realtà di Zola Predosa e Valsamoggia Crespellano, che occupano ad oggi insieme circa un migliaio di dipendenti. Lo rende noto Filctem-Cgil, spiegando che si è tarttato di un "accordo seguito ad una lunga e complessa trattativa, in una fase di cambiamento radicale del prodotto e dei processi produttivi, attuato con gli enormi investimenti fatti e previsti; che il contratto vuole confermare, anche attraverso una contrattazione degli orari di lavoro e del ciclo continuo, accompagnati da un buon welfare aziendale e dalla tutela delle problematiche familiari".

TERMINI DELL'ACCORDO. Accolte le richieste - fa sapere il sindacato - "di consolidamento dei loro rapporti di lavoro trasformandoli a tempo indeterminato, durante i tre anni di vigenza contrattuale, oltre a 120 già entro dicembre, consolidando insieme i volumi produttivi in Valsamoggia".

L'accordo prevede, inoltre, l'ampliamento delle informazioni alle strutture sindacali e una formazione comune tra le parti sui temi dello sviluppo aziendale, alla base del premio di risultato, e un aumento delle agibilità e diritti sindacali, che prevede l'ingresso delle strutture di assistenza fiscale e di patronato sindacale in azienda.

 

Philip Morris blindata, alla posa della prima pietra il Premier

Contemplato nell'accordo anche un premio annuo di risultato fino a 1800 euro, "sulla base di interventi di miglioramento, concordati, che ne spiegano e ne giustificano il raggiungimento, che saranno monitorati tra le parti".
La Rsu parla anche di "introduzione di normative a tutela dei dipendenti sul demansionamento, contro i licenziamenti disciplinari non contrattuali e collettivi iniqui, di limitazione dei controlli a distanza sugli strumenti informatici, tutti nel senso della proposta di legge “Carta dei diritti universali del lavoro”.
 

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