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Economia

Raccolta abiti usati, Comune in pressing su Hera per 'salvare' lavoratori

Nella nuova gara d'appalto non ci sono clausole sociali per categorie svanataggiate

Il Comune di Bologna torna a richiamare Hera sulla nuova gara per raccolta differenziata di abiti usati, finita nella bufera per la mancanza delle clausole sociali di inserimento lavorativo per le persone svantaggiate.

L'assessore al Bilancio Davide Conte ha parlato di una "grave criticità", evidenziando il "rischio che, rispettando in modo formale e pedissequo le regole, perdiamo per strada le persone più bisognose". Quindi "occorre ragionare insieme ed invitare Hera a dirci e a spiegare bene le motivazioni che hanno portato a questa scelta perché, nella sua autonomia e nella sua indipendenza all'interno di una gare che è attualmente aperta, ha tutta la sua capacità di impresa di sviluppare le scelte in modo autonomo ed indipendente, ma l'indicazione di questa amministrazione, confermata anche negli interventi dei consiglieri, è chiara: non si possono lasciare per strada pezzi di questa città guardando all'ottimizzazione dei costi o guardando a processi anche produttivi perfetti".

Per il consigliere di Coalizione civica Federico Martelloni quella dell'assessore è solo una "supercazzola": "basta leggersi il protocollo sottoscritto il 26 ottobre 2016. Il tema non è lasciato al buon cuore di Hera, ma c'è un atto giuridico", quindi un obbligo per la multiutility. Per il dem Francesco Errani, che ha firmato l'interrogazione insieme all'ex assessore al Welfare Amelia Frascaroli, "se Hera non ascolta possiamo riprenderci il servizio come fa Ferrara e come fanno altri Comuni". "Sono ancora aziende pubbliche che rispondono al bene dei cittadini o rispondono solo a logiche private?", si chiede in proposito Frascaroli.
(Bil/ Dire)

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