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Economia

Cisl e Uil: 'ASP Bologna, così non va"

'Ad oggi ci troviamo di fronte ad una gestione Aziendale che,ogni mese, porta a ricollocazioni di lavoratori, cambi di mansioni, dotazioni organiche che non trovano chiare spiegazioni'

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

CISL FP UIL FPL, ASP BOLOGNA, COSI' NON VA. Da undici mesi è nata ASP CITTA' di BOLOGNA, fusione voluta con forza e celerità dal Comune di Bologna.

Ad oggi ci troviamo di fronte ad una gestione Aziendale che,ogni mese, porta a ricollocazioni di lavoratori, cambi di mansioni, dotazioni organiche che non trovano chiare spiegazioni.

A tale confusione si aggiunge l'ormai noto disavanzo di bilancio, a molti sconosciuto prima dell'operazione di fusione. Tale deficit calcolato a marzo in un milione e quattrocento mila euro, ad oggi sfiora i 3 milioni e seicentomila euro. A queste perdite dovrebbe seguire , secondo l'Azienda, un piano di rientro, del quale, però vorremmo conoscere meglio la composizione visto che ad oggi, a parte alcuni annunci, ci è sostanzialmente sconosciuto.

Ciò che sappiamo con sicurezza è che i lavoratori hanno già a luglio sacrificato una parte del loro salario accessorio, ovvero il 25% della produttività che (forse) rivedranno a pareggio di bilancio, così come definito da un accordo siglato in estate tra OO.SS. e ASP. A quanto pare, alla luce degli ultimi incontri tenuti con il nuovo management, all'ASP Città di Bologna non
bastano!

Infatti il 5 novembre, dopo numerose sollecitazioni da parte sindacale, ci è stato presentato il fondo del personale 2014 della nuova Azienda, nel quale non vi è la minima traccia di risorse aggiuntive destinate a compensare tutto l'enorme lavoro svolto in questi mesi dai dipendenti a seguito della fusione. Questo fondo non è che altro che il semplice calcolo a consuntivo degli
obbligatori istituti contrattuali (disagio, rischio, etc) con un ancora non chiaro, ma comunque limitato, avanzo di risorse da destinare alla produttività collettiva, gettando in tal modo le basi per un fondo del personale che andrà via via calando negli anni a venire.

Ci appare quindi molto chiaro, ma non ne siamo sorpresi, che l'ASP ha scelto di tagliare, in misura significativa, sui compensi delle persone che ogni giorno portano avanti tutti i servizi. Ha deciso che la spesa di personale è una delle tante ( o
piuttosto poche) voci che costituiscono il famoso piano di rientro.

Ha deciso che i lavoratori devono pagare la loro parte di debito anche se non sono stati loro a creare quel debito! L'ASP ha scelto di muoversi in questo modo, CISL e UIL credono invece che si possano fare e si debbano fare altre scelte. Noi riteniamo che un un piano di rientro serio non debba danneggiare i servizi e i lavoratori. Un piano di rientro deve passare attraverso un razionalizzazione attenta di tutte le altre spese, attraverso una messa a reddito del patrimonio che abbia obbiettivi ben chiari, attraverso un ottica di produttività e non di semplici tagli. Ma soprattutto CISL e UIL vogliono iniziare una seria trattativa su tutto ciò, senza accettare passivamente le scelte fatte da altri.

p.la CISL FP p.la UIL FPL

Felicia Dimase Stefano Di Petta

Lorella Fortunati

Silvio Camillucci

Paolo Belletti
Bologna, 20 novembre 2014

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