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Le piccole imprese danno i voti alle banche: un 6 "tirato"

Il delicato rapporto banca-impresa secondo l'indagine dell'Osservatorio Banche promosso da Unindustria Bologna: in esame vari fattori fra cui la correttezza

Indagine Osservatorio Banche:  per le aziende bolognesi, il rapporto banca-impresa merita un voto appena al di sopra della sufficienza. Questo il risultato che emerge dall'indagine dell'Osservatorio Banche - promosso da Unindustria Bologna con l'obiettivo di verificare la qualità delle relazioni banche-imprese nel nostro territorio - che ha preso in esame il giudizio di un campione di 158 imprese associate.

PRESE IN ESAME LE REALTA' PIU' PICCOLE. La ricognizione, che ha coinvolto aziende di tutti i settori produttivi e di tutta la provincia, ha tenuto conto in modo particolare delle imprese di piccole dimensioni: nel campione intervistato, infatti, il 56% delle imprese non supera i 5 milioni di euro di fatturato (mentre il 44% ne è al di sopra). L'indagine può essere considerata, a parti rovesciate, una sorta di rating attribuito dalle aziende al sistema bancario, in cui le aziende intervistate avevano a disposizione una gamma di voti da 1 a 5: al rapporto qualitativo con le banche è andato un punteggio medio di 3,1. Il voto è pressoché uguale a quello di un'analoga indagine svolta nel giugno 2010, quando alla qualità del rapporto banche-imprese venne assegnato un punteggio di 3,2.

QUELLO LE BANCHE NON COMPRENDONO. In particolare, sono stati presi in considerazione alcuni parametri: la capacità delle banche di comprendere il business specifico dell'impresa: voto medio 3, appena sufficiente (e leggermente superiore al 2,8 del 2010); la preparazione tecnica delle banche: voto medio 3,3 (superiore al 3,2 del 2010); la correttezza formale delle banche: voto medio 3,5, quindi discreto (e in linea con quanto espresso nel 2010); l'affidabilità sostanziale del rapporto bancario: voto medio 3,2, dunque ancora sufficiente ma più basso di quanto attribuito alla correttezza formale (e inferiore al 3,3 del 2010). Quest'ultimo giudizio, meno positivo, trova peraltro una spiegazione guardando altre domande rivolte alle aziende del campione: 'Sono stati richiesti rientri negli ultimi sei mesi?' Il 9% delle imprese associate ha ricevuto dalle banche richieste di rientro (nel 2010 era il 5%). E, aspetto preoccupante, tra le piccole imprese questa percentuale è più elevata: 12%.

E LA SITUAZIONE PEGGIORA PER CHI CHIEDE FINANZIAMENTI. Dunque, la situazione è in peggioramento; 'Le imprese che hanno richiesto nuovi finanziamenti negli ultimi sei mesi, quali risposte hanno ricevuto?' Il 26% delle imprese intervistate ha richiesto nuovi finanziamenti negli ultimi sei mesi. Su tali nuove richieste i rifiuti sono stati a loro volta il 26%. Ciò significa che il 6,8% delle aziende prese in esame ha ricevuto un rifiuto da parte delle banche (nel 2010 era stato il 4,6%). Il dato è molto più negativo se si tengono in considerazione in particolare le piccole imprese: per esse, i rifiuti alle richieste di nuovi finanziamenti negli ultimi sei mesi sono stati il 35%. Infine, si registra una tendenza alla razionalizzazione nei rapporti con gli istituti bancari. Infatti, il 42% delle imprese intervistate lavora con non più di tre istituti, ed il 31% con 4 o 5. A lavorare con sei o più banche sono meno di un terzo delle imprese. Resta da definire - rileva l'Osservatorio Banche - se questa razionalizzazione dipenda da scelte imprenditoriali, da scelte bancarie o da semplice evoluzione negativa dell' economia con una minore intermediazione di flussi finanziari.

"Il voto delle aziende che abbiamo intervistato sul rapporto banca-impresa supera appena la sufficienza, con quello che ciò implica in termini di potenziali margini di miglioramento", commenta Daniele Salati Chiodini, vicepresidente di Unindustria Bologna con delega al credito e alle politiche fiscali. "Fra le singole banche non si notano casi eclatanti in positivo, mentre forse un paio di giudizi insufficienti sono abbastanza ricorrenti. In generale, però, prevale una certa uniformità di giudizio: si va dall'insufficienza modesta alla sufficienza piena, e gli spunti oltre questi limiti sono rari. Peggiora però - aggiunge Salati Chiodini - la percezione delle aziende
sull'affidabilità del rapporto bancario, e ci dicono anche le motivazioni. Negli ultimi sei mesi le richieste di rientro dalle esposizioni pregresse hanno riguardato quasi un'azienda su 10, e quasi un ulteriore 7% delle aziende intervistate si è visto negare finanziamenti richiesti. C'é di più: tra le piccole imprese sotto i 5 milioni di euro di fatturato, la percentuale di quelle che nell'ultimo semestre si sono viste rifiutare in tutto o in parte i finanziamenti richiesti sale al 35%. Questo é il segnale più eclatante del deterioramento del contesto economico".

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