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Canone Rai, protesta in Appennino: si paga, ma i programmi non si vedono

Si ripropone il problema della ricezione televisiva in montagna. La giunta dell'Unione dei comuni dell'Appennino bolognese sollecita la Rai a farsi carico del problema. Intanto sul tema si muove anche ANCI proponendo la soluzione satellitare

Pagare il canone Rai senza ruscire a vedere le trasmissioni della tv nazionale. E' quanto accade ad alcuni residenti dell'Appennino bolognese, dove "il passaggio al digitale terrestre avvenuto negli anni scorsi ha di fatti reso inaccessibile il servizio a molti". Così lamenta l'Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese, spiegando che "Nonostante il cambio degli apparati di ricezione e in alcuni casi anche delle antenne, il segnale televisivo rimane precluso per tante famiglie".

Per questo motivo la giunta dell'Unione dell'Appennino Bolognese ha approvato un ordine del giorno in cui chiede a governo e parlamento di intervenire su questo problema.
A segnalare l'urgenza della questione è stata l'Uncem, l'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, che ha invitato i comuni e le unioni ad approvare ordini del giorno di sostegno. L'onorevole Enrico Borghi, presidente dell'organizzazione che raggruppa gli enti montani infatti, ha spiegato come 'numerosi sindaci e amministratori di comuni italiani ci continuano a segnalare le costanti e crescenti difficoltà di accesso al servizio televisivo da parte di singoli e famiglie residenti nelle zone montane. È certamente necessario ridurre l’evasione del pagamento del canone Rai, imposta sul possesso di una tv, ma allo stesso tempo deve essere assicurato un adeguato servizio agli utenti, consentendo la ricezione di tutti i canali, in particolare quelli del servizio pubblico. Nelle aree montane italiane, alpine e appenniniche, resta elevato il digital divide che ha la sua prima fonte nelle difficoltà di ricezione del segnale tv e radio".

I comuni montani si pongono l'obiettivo di ottenere dal governo un tavolo di monitoraggio nazionale, che individui le aree alpine e appenniniche dove la tv si vede male, affiancando all'impegno degli enti locali quello di Stato e Regioni. Anche Rai Way. la società che si occupa di infrastrutture televisive, deve fare la sua parte per raggiungere tutto il territorio.

“Noi sindaci della montagna sappiamo bene che il problema della ricezione del segnale televisivo non è affatto secondario” - conferma Romano Franchi, presidente dell'Unione dei comuni dell'Appennino bolognese - perché sono i cittadini a ricordarcelo. È importante che tutti paghino l'imposta e ben venga il pagamento nella bolletta elettrica se questo ridurrà l'evasione. Però i servizi devono essere assicurati a tutti: i cittadini della montagna non possono essere considerati cittadini di serie b. Specie per le persone più anziane e sole la mancanza della ricezione dei canali televisivi può portare ad una condizione di isolamento inaccettabile”.

Una risposta al problema potrebbe in futuro venire dal satellite: Anci e Tivusat hanno infatti stipulato un protocollo di intesa che consentirà ai cittadini di richiedere l'installazione a prezzi calmierati dell'apparato necessario (parabola e decoder) per la ricezione dei canali televisivi gratuiti tramite il satellite. Tivusat infatti è la piattaforma satellitare gratuita italiana (di proprietà di una società partecipata Rai, Mediaset, Telecom Italia, Associazione TV Locali e Aeranti Corallo) che replica i canali generalisti tramite il satellite. 
Purtroppo però ad oggi questo protocollo è attivo solo in alcuni comuni delle province di Reggio Emilia, Parma, Modena e Forlì-Cesena, per tanto escludendo di fatto i comuni dell'Appennino bolognese.

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