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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Da Bologna progetti di “valore”. Le idee che aiutano la scuola

Intervista a Stefano Braga, ad d&f comunicazione, eccellenza tutta bolognese che lavora con le scuole in un momento particolarmente difficile: "I valori prima di tutto"

Stefano Braga, ad dell'agenzia di comunicazione d&f, spiega l'importanza di investire nella scuola. Con circa due milioni di studenti raggiunti direttamente, i progetti edutainment realizzati dal team bolognese rappresentano oggi un'opportunità di apprendimento in più e un'occasione per imparare divertendosi, laddove di risorse ne restano ben poche.

Chi è d&f?
E’ un’agenzia di comunicazione, che ha compiuto i suoi primi 18 anni. Siamo in 14 fra i 24 e i 42 anni (più un call center interno che si occupa del contatto diretto con le scuole). Siamo specializzati in progetti edutainment (educational + entertainment, neologismo che esprime una forma di intrattenimento finalizzata sia ad educare sia a divertire) dedicati al mondo scuola attraverso cui i valori delle aziende si traducono in percorsi didattici ed educativi.

Come è nata l’idea di comunicare con le scuole?
L’idea è nata con un nostro cliente, con cui stavamo studiano un progetto legato ai classici della letteratura. Insieme a Bur-Rizzoli, siamo partiti dai banchi di scuola per trattare l’attualità di quei libri che ti accompagnano nella vita: è nato così “Classici On The Road”, un viaggio attraverso i teatri e arene di tutta Italia, che ha riscosso un grande successo fra i ragazzi e non solo.

In cosa consistono i vostri progetti?
Studiamo, per le aziende che dimostrano di possedere valori da tradurre in progetti educativi, contenuti integrati ai programmi ministeriali e modulati sul livello di scolarizzazione scelto. Produciamo poi del “kit” che vengono distribuiti nelle scuole che ne fanno richiesta e che sono promossi attraverso operazioni di pr telefoniche: gli insegnanti vengono informati, invitati ad aderire e a coinvolgere i propri alunni. Gli strumenti contenuti nei kit contribuiscono ad una didattica moderna, più vicina ai linguaggi delle nuove generazioni

Come questa esperienza si è trasformata in specializzazione nell’Edutainment?
Forti di questa bellissima esperienza, abbiamo capito che si poteva lavorare nelle scuole solo se alla base di questi progetti ci fossero stati dei valori da trasformare in contenuti didattici. Cominciando a investire nella professionalità interna abbiamo dialogato con pedagogisti e nutrizionisti, studiato i programmi scolastici, ideato modi più divertenti di fare didattica e riportato l’insegnante a un ruolo principale, coinvolgendo però anche le famiglie. Oggi in agenzia abbiamo quasi tutti dei figli ed essere genitori ci ha aiutati molto nello sviluppare le idee giuste e ad essere giudici severi, a tratti spietati, quasi un comitato etico sviluppato “naturalmente”. E l’etica conferma la leadership sul mercato.

Quanti in Italia si occupano di Edutainment? Quali le prospettive?
Attualmente siamo in due, forse tre in tutta la Penisola. Naturalmente non parlo di chi si occupa di campagne “pioggia” che riversano nelle scuole materiali promozionali, senza obiettivi formativi. Nel futuro c’è il rischio di sovraffollare il canale scuola ed è importante investire in qualità, con grande attenzione alle aziende, che devono essere “credibili” proprio in rispetto ai valori da condividere con i ragazzi. Continueremo a lavorare molto su tematiche come la corretta alimentazione e il rispetto dell’ambiente.

Come percepite lo stato della scuola?
Spesso diventiamo una valvola di sfogo per gli insegnanti, che ci descrivono situazioni drammatiche e che apprezzano molto i concorsi (tutti gratuiti naturalmente) organizzati in parallelo ai progetti didattici perché danno la possibilità alle scuole di vincere dei premi utili. In palio sempre strumenti didattici come arredi e giochi per le scuole d’infanzia, biblioteche, apparecchiature tecnologiche per gli studenti delle primarie, persino la LIM (Lavagna Multimediale Interattiva), ma anche fornitura di carta e beni di prima necessità. E viste le condizioni della scuola non escludiamo nel futuro anche dei premi in denaro.

Come è visto il privato nel pubblico?
Lavoriamo sia con le scuole pubbliche che con quelle private. Nelle strutture statali l’intervento del privato, che in questo caso è l’azienda che promuove il progetto edutainment, non spaventa affatto e questo perché gli insegnanti sono sempre in grado di distinguere un’operazione che “fa bene” ai suoi alunni da qualche tentativo di fare solo marketing.

Quali i clienti con cui avete lavorato e state attualmente collaborando?
Alcuni nomi: Barilla “A Mangiar Bene si comincia da Piccolini”, la bolognese Alce Nero Mielizia con “Il Mondo di Milli”, Lucart, Olio Carli con “I Racconti di Olivotta, Paglieri, con il simpatico “Saponello”,  Pasta del Capitano con “Siamo Tutti Capitano” e tanti altri ancora. Per conoscerli tutti www.def.it

 

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