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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Cgil, il segretario Gruppi si ritira: sindacato 'decapitato', a rischio commissariamento

'Un accordo non è stato possibile nell'ampiezza che a me pareva e pare necessaria". Così il segretario uscente motiva il suo retrofront. Ora la parola passa al nuovo Direttivo della Camera del lavoro: sarà consultato da Cgil nazionale

Svolta clamorosa al congresso Cgil di Bologna. Il segretario uscente (e ricandidato) Danilo Gruppi ritira la propria candidatura. In realtà Gruppi aveva lasciato intendere già dalla sua relazione introduttiva di lunedì pomeriggio che intendeva il congresso come "unitario", lasciandosi lo spazio per un passo indietro nel caso si fosse prospettata una situazione diversa. Ieri, al termine di una giornata di estenuanti trattative con le varie anime della Camera del lavoro (all'opposizione di Gruppi non solo la Fiom, ma un fronte piuttosto composito di ''malpancisti''), il segretario ha annunciato la sua scelta: ritirare la candidatura. Il congresso di Bologna si chiude dunque all'insegna del caos. Sarà ora il livello nazionale, a quanto si apprende, a cercare di sbloccare la situazione, convocando a uno a uno i membri del direttivo per verificare le possibilità di una soluzione. 7

"Rispetto personale e politico" a Danilo Gruppi, segretario generale della Cgil di Bologna, che oggi al congresso ha deciso di fare un passo indietro e di non ricandidarsi per il secondo mandato. Il messaggio arriva da Bruno Papignani, leader della Fiom in Emilia-Romagna, che sul suo profilo Facebook commenta a caldo la decisione di Gruppi. Va detto che i rapporti tra i due sono diventati sempre ruvidi nelle ultime settimane. Dopo l'accordo sulla rappresentanza, che ha fatto infuriare la Fiom e ha portato allo scontro nazionale tra Susanna Camusso e Maurizio Landini, lo schema si è replicato anche a livello locale. Papignani e Gruppi non si sono risparmiati e agli appelli dell'ormai ex segretario Cgil all'unità, il leader Fiom ha sempre risposto senza ricucire lo strappo.

"Viene meno la meno la mia disponibilità ad accogliere una eventuale candidatura per svolgere un secondo mandato". Trema la voce del segretario provinciale della Cgil di Bologna, Danilo Gruppi, quando annuncia alla platea del congresso bolognese del sindacato ciò che definisce un "atto politico forte, anche nella sua irreversibilità". Ai circa 350 delegati riuniti in un hotel del Pilastro, Gruppi si richiama ad un "profilo di coerenza con la relazione" d'apertura, in cui lo stesso segretario aveva fatto intravedere questa soluzione. "Avendo avvertito il pericolo che stesse venendo meno un consenso sufficientemente ampio", Gruppi ricorda la proposta portata l’altro giorno alla commissione politica impegnata nel congresso. Ma un accordo "non è stato possibile nell'ampiezza che a me pareva e pare necessaria". Ma un sassolino Gruppi se lo toglie quando parla di una discussione "inquinata da dinamiche non del tutto trasparenti". Di fatto, comunque, "quell'appello è caduto nel vuoto". Il segretario uscente ammette di aver avuto la tentazione di dare la colpa a chi a suo avviso ha finito per trasformare una distanza su un punto in una rottura complessiva (la Fiom, naturalmente) ma alla fine ha deciso che si è trattato del "fallimento di un tentativo, eminentemente in capo a chi ha tentato di farlo".

Dopo il ''gran rifiuto'' di Danilo Gruppi palla ora passa in mano ai 150 membri del nuovo Direttivo della Camera del lavoro e saranno loro ad essere consultati ad uno ad uno dalla Cgil nazionale sulla possibilità di dare un segretario ad una Camera del lavoro che oggi si trova decapitata e a rischio di commissariamento. Questo il destino se il tentativo di uscire dalla ''crisi'' fallirà.

(Agenzia Dire)

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