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Dalla bottega all'e-commerce, la 'svolta' Covid: "Ci innoviamo, ma il rapporto umano con il cliente è insostituibile"

Tra gli effetti della pandemia, a livello commerciale, anche il passaggio alle vendite tramite social e piattaforme: come l'hanno vissuta i commercianti e come cambierà il loro lavoro

Il Covid-19 e il lockdown hanno portato molti commercianti a cambiare mentalità e ad aprirsi alle vendite online, sia attraverso i social che tramite piattaforme specifiche di e-commerce: per alcuni di loro è stata una vera e propria salvezza, per altri un approccio nuovo e un punto di partenza, oltre che ponte con i nativi digitali, già abituati a "comprare senza toccare".

Le difficoltà non sono mancate però, soprattutto per quei negozianti più tradizionalisti, con target abituato alla relazione diretta e una varietà pressochè infinita di merce sugli scaffali: "Scettici a causa della nostra più che massiccia referenza che conta circa 12 mila articoli alla fine ci siamo convinti - spiega Luca Sarti, titolare insieme al fratello Stefano e a Gianluca Facchini della storica Drogheria della Pioggia in Piazza della Pioggia - e adesso aspettiamo di diventare operativi attraverso una particolare piattaforma di vendita pensata apposta per le botteghe storiche; dall'emergenza ad oggi abbiamo lavorato con le consegne a domicilio ricevendo le ordinazioni attraverso vari mezzi". 

Tradizionalità del negozio vs sistema stile ebay 

"Eravamo già attivi sui social, ma il nostro era più che altro un problema tecnico legato alla catalogazione dei prodotti che vanno dalla specialità dolciaria alla regalistica, passando per l'igiene della casa. Troppo il tempo che avremmo dovuto dedicare a questo togliendolo al lavoro di bottega, che vista la tradizionalità del negozio, resta comunque prioritario. Chiaro che una semplificazione del sistema di vendita e una piattaforma un po' più su misura ci aiuta. Entrare nel virtuale per noi non è semplice. Abbiamo deciso di stare attaccati alla nostra identità e ci siamo riusciti, l'ecommerce non ci snatura di certo...

Fra i clienti che si sono appoggiati al delivery ci sono anche quelli che abitando fuori dal centro subiscono un sistema di mobilità non libera che fa diventare complesso e costoso il giro per venire a fare acquisti. Durante il lockdown abbiamo venduto molti prodotti per la casa e per Pasqua tutti i nostri classici prodotti. Adesso vedremo come andrà, faremo una selezione di prodotti". 

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Marco Cremonini: "Le donne comprano di più, con gli uomini si fa più fatica"

Marco Cremonini, titolare di due negozi di abbigliamento, uno di moda uomo in via D'Azeglio e uno donna/mare/intimo a Ferrara (è anche presidente Federmoda Emilia-Romagna), nell'analizzare la sua esperienza nell'e-commerce fa una differenza importante: "L'approccio allo shopping virtuale fra uomini e donne è compaletamente diverso. Il gentil sesso è molto più predisposto, anche per una maggiore conoscenza di taglie e vestibilità mentre l'uomo sente la necessità di provare, soprattutto se si tratta di capi spalla. Siamo partiti con le vendite online il 18 maggio, in coincidenza con le aperture dei negozi, per stare vicini ai nostri clienti e dare un messaggio positivo: lo abbiamo fatto attraverso i social, ma stiamo per rientrare in una piattaforma realizzata ad hoc. Gradualmente abbiamo acquisito così anche nuovi clienti". 

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Donatella Bellini: dal negozio della nonna alla vendita online 

La nonna di Donatella Bellini ha aperto il suo negozio di calzature in Porta Sant'Isaia nel 1945. Se le avessero raccontato lo shopping online, i social e la rapidità delle comunicazioni virtuali non ci avrebbe mai creduto. Come del resto non ci credeva poi molto neppure sua nipote, che se non fosse stato per l'emergenza Covid, non sarebbe forse mai arrivata all'e-commerce, riconoscendone oggi vantaggi ed efficienza: "A convincermi tre fattori. Quello determinante dato dalla pandemia che ci ha fatto abbassare le serrande interrompendo il preziosissimo contatto con i nostri clienti e poi la mia giovane commessa Alice e miei due figli, infine l'associazione di categoria di cui faccio parte, tutti a spingere per una piccola svolta". 

"La storia del mio negozio, che da 10 anni è un monomarca di calzature, ha un'identità e una cultura di tipo familiare ed io, lo ammetto, ero contraria all'ecommerce fino a quando non ci siamo imbattutti nel Coronavirus, che per quanto mi riguarda ha fatto un po' da spartiacque. Il rapporto umano per me è fondamentale e ho capito non può non venire meno neppure in questa nuova formula: proprio ieri ho fatto una consegna fuori Bologna ed è stato bello incontrare questa mia nuova cliente e vederle indosso le scarpe acquistate. 

Durante la pandemia ero chiusa in casa a riflettere. Alla fine ho deciso di convertirmi e adesso sto attraversando una bella fase di crescita e sono molto soddisfatta perchè mentre i miei cienti storici continuano a venire da me in negozio, sono tutti nuovi quelli che mi contattano attraverso il web. Dunque posso tranquillamente dire che l'ecommerce funziona".  

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