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Economia

La 'saga' Faac finisce in Parlamento: deputati PD chiedono soluzioni al Ministro Zanonato

La "storia infinita" dell'eredità Faac varca i confini bolognesi e finisce a Roma. I Deputati PD De Maria e Benamati hanno chiesto aiuto al Ministro Zanonato, mentre i dipendenti scrivono: "Lasciateci lavorare in pace!"

Quindi la "storia infinita" dell'eredità del defunto patron Faac Michelangelo Manini, tra sequestri, effrazioni, perizie grafologiche, curia, parenti e veleni, varca i confini bolognesi e finisce a Roma.

Oggi gli Onorevoli PD Andrea De Maria e Gianluca Benamati hanno presentato un'interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico e collega di partito Fabio Zanonato,  per chiedere soluzione alla vicenda di un'azienda che "da più di un anno, a seguito della morte prematura dell’imprenditore Michelangelo Manini e dell’impugnazione da parte di alcuni parenti del suo testamento (nel quale si indica quale erede universale la Curia bolognese ), si è trovata ad operare in regime di sequestro giudiziario, disposto dal Tribunale.

Secondo i due deputati Faac rischierebbe la crisi "non per ragioni economiche o di mercato, bensì per via di un’intricata controversia ereditaria: è sufficiente ricordare che il piano di crescita - che in quattro anni aveva più che raddoppiato il fatturato – si è bloccato da quando è stato disposto il sequestro giudiziario dei beni oggetto del compendio ereditario conteso nei quali è ricompreso il pacchetto azionario di maggioranza della società, e se la situazione non dovesse cambiare in tempi assai brevi, anche il bilancio del 2014 si chiuderebbe senza alcuna crescita né di fatturato né di profittabilità ma forse finanche invertendo la tendenza mettendo così inevitabilmente a rischio la longevità aziendale e l’attuale indice occupazionale" si legge nel testo presentato una situazione che rischierebbe di mettere in forse le prospettive di sviluppo societari e di mercato anche all'estero ma addirittura tutto il piano industriale nei suoi fondamenti.

De Maria e Benamati chiedono dunque a Zanonato "nell'ambito delle proprie competenze e di quelle del Governo" se "si intendano adottare al fine di facilitare l’individuazione di soluzioni che permettano di preservare, anche nelle more del giudizio, l' azienda, il suo valore e un patrimonio tecnologico italiano in una situazione che ad oggi ne sta mettendo in forse la stessa sopravvivenza".

VISITA ISTITUZIONALE ALL'AZIENDA. "Un’ingerenza fuori luogo di politici alla ricerca di voti, poltrone e soldi che, con un manipolo di dirigenti altrettanto famelici di poltrone e soldi, hanno posto in essere una pazzesca disinformazione“ aveva tuonato Mariangela Manini apprendendo della visita in Faac della vicepresidente della Regione Saliera, la presidente della Provincia Draghetti e del suo vice Venturi, e poi il senatore PD Lo Giudice, Tiziana Ferrari di Unindustria, lo stesso deputato PD De Maria, il Segretario CISL Alberani, Patelli di Fiom e anche del sindaco di Bologna Virginio Merola il quale, da quanto si apprese, avrebbe informato il ministro Anna Maria Cancellieri sulla vicenda.

LA LETTERA DI UN LAVORATORE. "Da dipendente Faac (e non dirigente) vi chiediamo di lasciarci lavorare in pace, è un momento complesso, come sapete bene abbiamo acquisito una azienda tedesca, un'azienda svizzera, un'azienda in Brasile, un'azienda americana con produzione in Bulgaria; stiamo gestendo un momento complicato perché l'integrazione di aziende acquisite in un gruppo non è cosa facile" questo il commento in calce ad un articolo di Bologna Today da un lavoratore, poi sfociato in un botta e risposta tra parenti, colleghi e cittadini "lavoriamo tutti come dei muli per riuscire in questa impresa di diventare un forte player globale. Se il progetto va avanti e nel modo giusto riusciremo a vendere gli operatori oleodinamici made in Bologna in tutto il mondo, a beneficio anche di un territorio non esente da questa maledetta crisi. La crisi che c'è li fuori ci fa sentire dei privilegiati da una parte ma sappiamo bene tutti che se non si fanno certe operazioni ora e se non si fanno nel modo giusto tra qualche anno quella crisi arriverà anche per noi!! Nessuno li fuori può capire l'importanza di questo momento, la delicatezza di questa fase, ci sono prodotti dove non si margina più e stiamo cercando di recuperare costi, stiamo sviluppando prodotti a più alta marginalità per garantire la marginalità complessiva dell'azienda a fine anno. Poco ci importa chi sia alla fine l'erede, a noi dipendenti che sia la chiesa o i parenti poco importa, in entrambi i casi vediamo rischi e opportunità !!! Una cosa però noi crediamo fermamente, l' Ing Marcellan (attuale AD - ndr) fu scelto da Manini come persona adatta a gestire un processo di sviluppo così delicato, l'Ing Marcellan oltre a essere un amministratore brillante, esigente e meritocratico, è l'unico in grado di guidare questa nave. Chi non lo conosce non può' capire, la nostra piu grande paura non è che non venga rinnovato (l'azienda subirebbe un grosso danno e nessuno ne avrebbe il coraggio), la nostra paura è che sia lui ad andarsene stanco di questa pesante situazione. Andrea non mollare!!!

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