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Ex Breda, nubi sempre più nere, Fiom: 'Via anche la luce'

Ci sarebbero problemi anche a pagare utenze e mensa. Domani operai a Roma

La chiusura della mensa è stata scongiurata almeno per una settimana, ma ora all'ex Bredamenarinibus, storica fabbrica di autobus di Bologna, rischia di spegnersi letteralmente la luce.

Nel rilanciare l'ennesimo appello al Governo affinché eviti l'affondamento di Industria italiana autobus, Bruno Papignani, segretario della Fiom-Cgil dell'Emilia-Romagna segnala che "fra pochi giorni potrebbero cessare il servizio mensa e l'erogazione della luce" nella fabbrica che ha le commesse ma non i materiali per costruire gli autobus e fatica persino a pagare chi fornisce i pasti o assicura la corrente elettrica.

Insomma, insiste Papignani su Facebook, "occorre ricapitalizzare subito e può farlo solo il Governo tramite Leonardo". Ed è ciò che giovedì gli operai di Industria italiana autobus andranno a chiedere sotto il ministero dello Sviluppo economico nell'ambito di uno sciopero di otto ore.

Quanto alla situzione economica del gruppo Iia, stando a quanto riferisce la Rsu Fiom-Cgil di Bologna è "disastrosa". Così l'ha definita l'amministratore delegato Stefano Rampini, che ieri l'altro ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori.

Il faccia a faccia, spiega la Rsu bolognese in una nota, aveva l'obiettivo di "chiarire tutte le situazioni rimaste in sospeso": situazione, consegna dei veicoli già pronti, mancanza dei materiali, situazione dei fornitori, programma di produzione, saldo dello stipendio di luglio e pagamento di quello di agosto.

Intanto l'azienda, tramite Rampini, "ha tenuto a scusarsi per le modalità con cui sono stati trattati i lavoratori nell'occasione in cui è stato riconosciuto loro il 70% della retribuzione di luglio", scrive la Rsu. Il manager, poi, ha "sottolineato che la situazione economica aziendale è' disastrosa- continuano i delegati- e che tutte le domande poste sono e saranno subordinate alla decisione che prenderà il Cda straordinario, che si terrà il 10 settembre a Roma". Saranno presenti tutti i soci, "che dovranno decidere se e come ricapitalizzare l'azienda. Se ricapitalizzazione non dovesse esserci e chiaro che Iia non avrà un futuro già dal giorno dopo", ribadisce tutta la propria preoccupazione la Rsu.

Ascoltate le parole dell'azienda, i delegati intanto sottolineano che, al di là di quel che decideràil Cda, "l'attuale proprietà così come suddivisa non è in grado di fare fronte, né finanziariamente né organizzativamente, alle necessità che un'azienda come questa richiede".

Per la Rsu dell'ex Bredamenarinibus "non è possibile che in questi quasi quattro anni il polo privato italiano dei trasporti, voluto dall'allora Governo in carica, abbia costruito più del 70% dei veicoli consegnati in Turchia presso lo stabilimento di Karsan". Allo stesso modo, "non è possibile che Karsan, per costruire i veicoli acquisiti da Iia in gare svoltesi dalle municipalizzate italiane- mandano a dire i delegati- abbia assunto in quest'ultimo triennio circa 200 maestranze, mentre i circa 500 lavoratori italiani degli stabilimenti di Bologna e Flumeri venivano posti in cig per ristrutturazione, quindi a carico della collettività.

Ristrutturazione tra l'altro mai avvenuta". E ancora: "Non è possibile che anche per l'anno 2018 Karsan costruirà circa 500 veicoli per Iia", mente "gli stessi lavoratori italiani rischiano tra qualche giorno di veder la propria azienda chiudere". In conclusione, la Rsu di Bologna "chiede all'attuale Governo in carica di differenziarsi dai propri predecessori e di mantenere in tempi rapidissimi quanto dichiarato davanti ai cancelli di via San Donato 190".

Cioè che l'azienda "venga ricapitalizzata e riorganizzata al più presto- è l'appello dei lavoratori- e che lo si faccia attraverso Finmeccanica, dando così un assetto societario a maggioranza pubblica che permetta ai lavoratori italiani di poter svolgere il proprio lavoro con la dignità e la professionalità che a loro competenza". (Dire)

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