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Lavoro, braccio di ferro sindacati-fiera: 'Il presidente fa due passi indietro come i gamberi'

Per i lavoratori part-time della fiera sarebbe ancora valida l'ipotesi della mobilità e della esternalizzazione. Il 16 settembre un presidio e sciopero per l'intero turno di lavoro

Ricomincia il braccio di ferro tra i sindacati e il presidente della Fiera di Bologna, Franco Boni. I rappresentanti dei lavoratori a rischio licenziamento ha rilasciato un'intervista nella quale "smentisce, anzi fa due passi indietro come i gamberi, rispetto al passo avanti manifestato nell'incontro sindacale tenuto appena due giorni fa", spiega Gian Luca Taddia della Filcams che domani chiama a un presidio alle 10 davanti alla fiera e allo sciopero per l'intero turno di lavoro. 

Boni infatti ha ribadito che per i lavoratori part-time della fiera è ancora valida l'ipotesi della mobilità, per quanto sospesa confermando l'ipotesi della loro esternalizzazione.

Nell'incontro di martedì nella sede di Ascom, "si era congiuntamente convenuto che la strada da percorrere era quella di individuare misure alternative sia alla terziarizzazione in appalto dei servizi fieristici, esplicitamente smentita, che alla procedura di mobilità", dice Taddia che ritiene "inaccettabile e irresponsabile una condotta contrassegnata da tale ambiguità, peraltro a mezzo stampa come ormai abitudine consolidata, in spregio alla serietà degli interlocutori stessi del tavolo negoziale e rischia di pregiudicare un percorso già sufficientemente complesso".

A fine giugno BolognaFiere aveva infatti annunciato la mobilità per 123 lavoratori e da allora si sono susseguiti incontri, proteste, sit-in, cortei addirittura fino all'interno di Palazzo D'Accursio

Prossimo incontro del CDA previsto domani e Filcams chiede che vengano "confermate le rassicurazioni che larghissima parte dei soci pubblici e privati hanno dato in questi mesi". Per quanto riguarda i sindacati, Taddia ricorda a Boni che "i rappresentanti sindacali sono sempre stati disponibili ad un confronto serio che, ovviamente, non può che partire da un piano industriale e di sviluppo del quartiere fieristico che ancora manca per diretta responsabilità del gruppo dirigente, che non è ancora stato in grado di metterlo in campo". 

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