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Economia

Prosciutti in cambio di liquidi: l'operazione di 'alta ingegneria finanziaria' di Granarolo

100mila prosciutti di Parma Dop per 10milioni di euro. L'operazione non convince Cgil

Salumi in cambio di denaro dalle banche. E' l'operazione messa a punto dalla Granarolo che cede a Crédit Agricole Investment Bank 100mila e Carpiparma prosciutti di Parma Dop, con differenti livelli di stagionatura, per 10milioni di euro, detenuti, si legge in una nota, dagli stabilimenti Gennari di proprietà del colosso del latte.

Un accordo unico nel suo genre sul mercato italiano raggiunto attraverso un "elevato livello di ingegneria finanziaria, adattabile alle eccellenze enogastronomiche italiane per migliorare un problema strutturale per l'intero settore". La contropartita in denaro servirà a Granarolo di effettuare nuove acquisizioni. 

L'iniziativa non convince Flai-CGIL. “Il problema della cartolarizzazione dei prosciutti non è una novità, negli anni ’70 ogni abitante della zona che aveva delle disponibilità economiche compravano i prosciutti freschi, li mettevano a balia e poi li rivendevano stagionati allo stabilimento - dichiara Mauro Macchiesi, Segretario nazionale Flai -  e così si rifinanziavano per l’acquisto di altri prosciutti freschi, così facendo i prezzi salivano e tutti ci guadagnavano. Oggi nel Food si quotano in borsa le future produzioni di qualità. Questa operazione come nel primo caso non fa sistema virtuoso ed è lontana parente del secondo”.

Il sindacato ha condiviso il Piano Industriale quinquennale che prevedeva la diversificazione produttiva ed il raddoppio del fatturato di Granarolo, Flai però è perplessa: "Così facendo, invece di integrare i nuovi brand con le produzioni tradizionali del latte e i suoi derivati si rischia di emarginare l’assetto industriale dell’attuale business. Una grande azienda di marca – conclude Macchiesi - che si candida a voler diventare un’azienda multinazionale, deve avere un suo asset industriale forte e naturalmente disponibilità finanziarie importanti per investimenti sugli stabilimenti e sugli Staff esistenti, il tutto con il supporto della ricerca e innovazione per provare ad entrare nei mercati esteri e continuare a competere su quello italiano”.

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