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Economia Monghidoro

Monghidoro, il titolare dell'hotel Kristall: "In 3 mesi mancati incassi per 80mila euro e non posso assumere dipendenti. Cerchiamo di ripartire dal ristorante"

Intervista ad Andrea Tubertini che gestisce l'unica struttura alberghiera sul territorio: "Disdette già la metà delle prenotazioni estive. Così è veramente difficile"

In vista di una riapertura albergatori e ristoratori  si stanno organizzando, ma svariati i problemi. La chiusura forzata degli ultimi mesi  ha portato alla perdita di centinaia di migliaia di euro per i due settori, visti anche tutti i 'ponti' saltati (come Pasqua e Primo maggio) e i numerosi eventi sportivi e culturali annullati che avrebbero riempito le strutture, dando il via alla stagione estiva. Una situazione difficile, con la quale gli imprenditori sono costretti a fare i conti. Ne abbiamo parlato con Andrea Tubertini, 54 anni, titolare del Kristall, unico albergo presente sul territorio di Monghidoro, con un ristorante/pizzeria al piano terra. Con una conduzione familiare, Tubertini gestisce la struttura da dieci anni, e a causa della pandemia causata dal diffondersi del Coronavirus ha dovuto mettere due dipendenti fissi in cassa integrazione,  e ora deve lasciare a casa anche le cinque persone chiamate annualmente a lavorare da giugno a settembre.

Tubertini, può farci un punto della situazione?

"La mia è una struttura a doppia funzione, cioè albergo e ristorante, e da dieci anni siamo sempre stati aperti tutto l'anno. Ovviamente come albergo siamo chiusi dal 12 marzo, e da quando è stato possibile abbiamo aperto il ristorante facendo consegna di pizze a domicilio. Abbiamo sempre avuto il servizio di ritiro sul posto, ma in questo periodo abbiamo aggiunto il servizio a domicilio. Servizio che continueremo a offrire perché la richiesta  c'è, e al momento è l'unica fonte di guadagno. E' una situazione molto difficile, così non ce la facciamo e il dispiacere è anche quello di dover lasciare dipendenti a casa. Negli ultimi mesi tutto il settore è stato in fermo totale, e questo ha causato ingentissimi danni"

Ha dovuto licenziare qualcuno?

"Questa è una struttura a conduzione familiare, in più ho sempre avuto tre dipendenti fissi. Uno si è licenziato autonomamente ai primi di marzo e due sono stato costretto a metterli in cassa integrazione, ed entrambi sono ancora in attesa dei soldi promessi dallo Stato. Non solo, per la stagione estiva ho sempre assunto cinque persone, ma adesso non riesco in alcun modo. Non riusciamo a stare dietro a tutto perché nonostante la chiusura le bollette le dobbiamo pagare, così come i contributi e tutte le spese che ruotano intorno a un'attività come questa, senza però avere incassi. Quest'anno cercheremo di stringere i denti e fare tutto da soli, in famiglia, e siamo costernati  perché dobbiamo lasciare persone senza lavoro, ma non ci sono soldi e non sappiamo neanche noi come andranno i prossimi mesi"

Avevate prenotazioni per l'estate? O ci sono state solo disdette?

"Avevamo il tutto esaurito per Pasqua, per il ponte del Primo Maggio e per i giorni del Gran Premio del Mugello ma ovviamente abbiamo perso tutto. A questo si aggiunge che le prenotazioni che avevamo da giugno a settembre per metà sono state annullate,e tutte le altre sono in bilico. Questo perchè la maggior parte della nostra clientela è formata soprattutto da nonnini che vengono qui per stare in compagnia e godere dell'aria fresca, e ora hanno giustamente paura a muoversi. Stiamo restituendo le caparre a chi ha già annullato il soggiorno, e  non sappiamo se alla fine se lavoreremo o meno come albergo. Cerchiamo di essere fiduciosi, vedremo..."

Sta pensando di tenere chiuso l'albergo?

"Adesso lo teniamo chiuso per forza perché non viene nessuno, tra un po vedremo. Poi c'è da rivedere tutto il sistema di servizio che avevamo.Il buffet non si può più fare e ci vuole gente in più per servire ai tavoli, ma se non ci sono prenotazioni e incassi, se la gente non viene, come facciamo ad assumere  personale per rispettare tutte le norme di sicurezza? E' un cane che si morde la coda. Prima la colazione come prezzo era una sciocchezza, adesso deve essere tutto in monoporzione, usa e getta, insomma c'è da riflettere bene su tutto"

Quindi per ora punta sul ristorante?

"Si. Continueremo a fare pizze da asporto e proveremo ad aprire la sala del ristorante, sperando che Dio ce la mandi buona"

Avete fatto dei lavori? Installato separatori o adottato misure di sicurezza particolari?

"Fortunatamente no, abbiamo tantissimo spazio quindi sfrutteremo la regola della distanza sociale. Dove prima ci stavano 30-35 persone adesso ce ne staranno 10 al massimo, e con la bella stagione cercheremo di usare lo spazio esterno. Metteremo in atto tutte le linee guide per ripartire.  In questo fine settimana faremo pulizia  e inizieremo a sistemare secondo le distanze imposte, creando dei percorsi a senso unico di entrata e uscita per l'utilizzo di bagno e spazi comuni"

Una stima delle perdite causate dalla chiusura forzata?

"Abbiamo perso il  90% dal 12 di marzo a oggi. Ho valutato circa 75/80mila euro di mancati incassi in poco meno di tre mesi. Consideri che è tutta una catena, e adesso i fornitori vogliono essere pagati subito altrimenti non lasciano la merce. Nonostante il fermo totale bisogna far fronte comunque a molte spese. Devo ad esempio pagare la tassa del rusco, acqua, gas, luce e così via, e non possono essere rimandate. Ci sarebbero da affrontare molti altri argomenti, perché non è possibile che, ad esempio, per 100 euro di corrente dobbiamo pagarne 350. Così non ce la facciamo, e parlo al plurale perché come me tutti quelli del settore devono affrontare queste problematiche"

Teme di dover chiudere l'attività?

"Chiudere no, ma che forse dovremo ridimensionarci si. Ed è inutile negarlo, dipendenti non ce li potremo più permettere, almeno per un po. E', e sarà , davvero dura andare avanti".

Vuole lanciare un appello alle istituzioni?

"Credo che si possa fare tanto per aiutare una ripartenza, ma ci vuole gente che abbia vissuto sul campo e che capisca le difficoltà che il settore alberghiero e quello della ristorazione hanno, e devono affrontare. I dipendenti messi in cassa integrazione devono essere pagati, e non rimanere mesi e mesi senza stipendio. Noi non riusciamo ad anticipare i loro stipendi,  e a sopportare da soli una situazione simile. Dovrebbero esserci soldi stanziati a fondo perduto, con progetti mirati. Le persone vanno aiutate concretamente, non con delle promesse. E' questo che il Governo deve capire se vuole sperare in una ripartenza generale, altrimenti tanti affonderanno e sarà un disastro".

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