Dieci operatori socio-sanitari passano da una cooperativa al Comune di Castiglione dei Pepoli, la Cgil canta vittoria e parla di un "percorso positivo e in controtendenza". L'Unione dei Comuni dell'Appennino Bolognese e Castiglione dei Pepoli hanno deciso di assumere, da aprile, dieci persone che lavoravano, per conto di una cooperativa, nella Casa protetta di Castiglione dei Pepoli. E farlo con il contratto enti locali. Una decisione accolta con favore da Giuseppe Chiarelli della Camera del lavoro di Vergato e Simone Raffaelli della Fp-Cgil di Bologna.

Nel frattempo, un accordo sindacale porterà i dipendenti dei Comuni nell'Unione, senza penalizzazioni. Fino ad oggi, spiega il sindacato, prima dell'accreditamento definitivo, la casa protetta era gestita in parte da personale pubblico e in parte da personale dipendente della cooperazione sociale. La scelta, condivisa sui vari tavoli con amministrazioni, direzione dell''Unione e rappresentanze sindacali, è dunque di unificare i due nuclei pubblicando un bando di concorso per 10 operatori socio sanitari.

Per il sindacato, "si tratta di un percorso estremamente positivo e in controtendenza rispetto al quadro nazionale: non solo si e'' tutelata la buona occupazione, ma si punta ad ampliarla". Intanto, i sindacati e i Comuni del territorio montano hanno sottoscritto un accordo "che tutela tutto il personale pubblico che nei prossimi mesi, in virtù dell'attribuzione delle funzioni, transiterà dai Comuni all'Unione". Per questi dipendenti rimarrà lo stesso trattamento economico l'inquadramento e, nella maggioranza dei casi, non subiranno disagi legati a eventuali spostamenti di sede del servizio, sottolinea la Cgil.