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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Navile / Via Stalingrado

Lavoro, 'sciopero del pane' il 21 ottobre

Fermo per otto ore dei panificatori bolognesi che chiedono il rinnovo del contratto

Panificatori in sciopero il 21 ottobre prossimo. "Dopo ventuno mesi di vacanza contrattuale e dopo numerosi incontri sia in sede plenaria che tecnica tesi al rinnovo del CCNL panificazione (artigianale e industriale), Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil nazionali hanno indetto lo stato di agitazione di tutto il settore" con un fermo di 8 ore, per tutta la giornata lavorativa, con un presidio dalle 10.30 davanti alla sede di Assopanificatori Bologna in Via Cesare Gnudi 5 (laterale di via Stalingrado).

Lo rende noto CGIL specificando che, oltre allo sciopero che riguarda i panifici associati a Fiesa-Confesercenti e Federpanificatori "è stata indetta una campagna di mobilitazione e informazione straordinaria, al fine di sbloccare la fase di stallo delle trattative e arrivare quanto prima ad un rinnovo del contratto che possa migliorare le condizioni di lavoro di circa 80.000 lavoratori e lavoratrici del settore, a livello nazionale, mentre in Emilia Romagna sono oltre 400 panifici coinvolti, alcuni di grandi dimensioni, con oltre 2000 lavoratori e lavoratrici coinvolti complessivamente". 

I sindacati confederali sottolineando in una nota di aver più volte invitato le controparti a dare luogo ad un rinnovo del contratto "in linea con la piattaforma unitaria promossa da Cgil, Cisl e Uil sul modello contrattuale, nonché in continuità con i rinnovi recentemente sottoscritti nel settore alimentare" ma per mesi, invece, Federpanificatori e Fiesa avrebbero "continuato ad avanzare l’assurda pretesa di destrutturare il sistema di contrattazione condiviso dalle parti, negando ogni disponibilità a riconoscere aumenti contrattuali sui minimi tabellari nazionali", si legge, ovvero "in sede negoziale, le controparti hanno più volte ribadito di voler differenziare il salario su base territoriale, introducendo un principio che la delegazione trattante di Fai, Flai e Uila ha sin dal primo momento definito discriminatorio e inaccettabile".

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