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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Sacchetti bio, a Bologna la polemica è "delle sportine"

Discussioni e opinioni intorno alla bilancia dell'ortofrutta. I bolognesi lo fanno per l'ambiente: "Troppo spreco fino ad oggi, ma tanto i sacchettini li pagavamo lo stesso senza saperlo"

Consumatori in rivolta per la nuova legge che regola la distribuzione di sacchetti leggeri e ultraleggeri biodegradabili per frutta e verdura, ma anche carne, pesce e pane all'interno dei supermercati: la prima grande polemica del 2018 è certamente quella legata alle buste biodegradabili diventate a pagamento con un costo che si aggira intorno ai 2 centesimi (online già una petizione). La legge entrata in vigore con il 1°gennaio riguarda la cosiddetta grande distribuzione e i piccoli negozi, ma non i mercati.

Il "polverone" sollevato sui social e i diversi punti di vista che si leggono sulla rete rispecchiano a pieno le discussioni a cui si assiste davanti alla bilancia del supermercato: "Alcuni clienti si sono lamentati - racconta un addetto all'area frutta e verdura di un negozio del centro storico - ma la maggior parte dei consumatori ha accettato la legge ammettendo uno spreco che era sotto gli occhi di tutti: buste lasciate nei cestini, altre gettate via, molte appallottolate e lasciate cadere sul pavimento con noncuranza". 

A Bologna la polemica dei sacchetti diventa "la polemica delle sportine": "Sono d'accordo su questa nuova legge perchè bisogna pensare all'ambiente. Era successo un putiferio anche nel 2009, quando le sportine alla cassa diventarono a pagamento - l'opinione di una donna in fila al supermarket - e oggi tutti ci portiamo dietro la nostra borsetta di stoffa tranquillamente. Sarebbe giusto poter fare lo stesso per la frutta e la verdura, ma so che si possono usare solo monouso e idonei per contenere alimenti". Come spiega il Ministero della Salute infatti il riutilizzo dei sacchetti comporterebbe il rischio di contaminazioni batteriche. 

Secondo quanto stabilito dalla nuova legge i sacchetti dovranno essere biodegradabili e compostabili, con un contenuto di materiale rinnovabile al 40% (che diventerà 50% dal 1° gennaio 2020 e 60% dal 2021) e certificati da enti appositi. Il prezzo del sacchettino viene inserito fra le voci dello scontrino fiscale. 

"LI PAGAVAMO GIA' MA SENZA SAPERLO". "Ingenuo non pensare che ce li facessero già pagare, ma in modo occulto - a sostenerlo un giovane, cliente sempre dello stesso punto vendita del centro, dove la richiesta di opinioni intorno al reparto frutta ha dato il via a un forum - e le vere stangate del 2018 arriveranno nelle bollette, con i pedaggi autostradali e altri rincari ben più consistenti rispetto a quei 10/15 euro annui che ci costeranno questi sacchettini". 

Insomma, forse anche ai tanti post, tweet, articoli e dichiarazioni pubblicate sui giornali i bolognesi hanno le idee piùttosto chiare sulle motivazioni e le modalità che regolano le nuove regole sugli acquisti di alimenti.  

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