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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Logistica, da Mondoconvenienza si sciopera per le condizioni di lavoro: tutti sospesi

La denuncia della Filt-Cgil. Ai lavoratori che avevano protestato ieri, davanti ai cancelli dell'azienda, sarebbero arrivate lettere di sospensione "per motivi disciplinari". Convocato tavolo in Prefettura venerdì

All'indomani della giornata di sciopero e di protesta dei lavoratori di Mondo Convenienza del magazzino di Calderara di Reno, conclusasi con la convocazione della Prefettura di Bologna per dopodomani, "dobbiamo registrare una nuova azione di forza da parte della società appaltatrice Bird Logistic".

Lo denuncia la Filt-Cgil, raccontando: stamattina "tutti coloro che avevano partecipato all'azione sindacale di ieri e a cui aveva aderito circa l'80% dei 120 addetti alla consegna e al montaggio dei mobili di Mondo Convenienza, sono stati sospesi dall'attività lavorativa per motivi disciplinari". Dunque, protesta il sindacato, "nemmeno l'intevento della Prefettura" è servito a "frenare l'azione di ritorsione da parte della società appaltatrice, a riconferma che questa non intende ascoltare i lavoratori che chiedono il rispetto delle leggi e dei contratti".

I lavoratori protagonisti di questa vertenza, ricorda la Filt-Cgil, "così come purtoppo succede anche in molti altri magazzini di Mondo Convenienza sparsi in tutto il territorio nazionale, lavorano circa 70 ore alla settimana, a fronte delle 39 previste dal contratto, senza il pagamento delle ore di straordinario e riconoscimento di ferie, permessi e senza il rispetto delle minime condizioni di sicurezza sul lavoro previste dalla normativa legislativa". La Filt organizzerà un presidio dei lavoratori davanti alla Prefettura in occasione dell'incontro di venerdì alle 15. 

"Si ha notizia di un comportamento repressivo e sicuramente antisindacale" fa sapere Piergiovanni Alleva capogruppo regionale l'Altra Emilia - Romagna, ovvero la Società  Bird Logistic appaltatrice di servizi a Mondo Convenienza avrebbe "reagito a un episodio di lotta sindacale a difesa dei diritti elementari dei lavoratori aprendo dei procedimenti disciplinari e comminando delle sospesioni cautelari che equivalgono, nella sostanza, ad una vera e propria serrata visto che la percentuale dei lavoratori che aderiscono alla lotta è stata circa dell'80%".

Per il consigliere "si tratta di situazioni che pensavamo superate da almeno 30 anni, ma dopo il Jobs act il balzo all'indietro sembra non avere limiti con un ritorno alla cupa atmosfera anti - operaia degli anni Cinquanta e ai metodi repressivi e polizieschi che si credevano cancellati dallo Statuto dei Lavoratori. Sicuramente la vicenda avrà un seguito giudiziario, ma occorre da subito una mobilitazione politica e una condanna unanime che eviti il propagarsi di questi metodi e comportamenti in altre realtà produttive. Le forze politiche non possono restare estranee e limitarsi ad osservare questi rigurgiti di autoritarismo e di sopraffazione padronale, ma devono entrare nello stesso merito della controversia produttiva che, ad esempio, in questo caso comprende orari lavorativi lunghissimi senza adeguata retribuzione e conclude - la stessa autorità prefettizia non può e non deve limitarsi a un tentativo di mediazione e conciliazione tra le parti ma deve in primo luogo assegnare le ragioni e i torti".

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