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Economia

Snai ai cinesi: a rischio 45 posti lavoro, a Bologna si sciopera

Chi avesse deciso di puntare sul risultato del match tra Italia e Irlanda dovrà rinunciare. Il colosso delle scommesse sportive potrebbe passare in mani cinesi

I dipendenti delle sette agenzie di scommesse Snai di Bologna e provincia hanno deciso di scioperare. Chi avesse deciso di scommettere sul risultato del match tra Italia e Irlanda dei campionati europei in programma per domani dovrà rinunciare.

"Un piccolo prezzo da pagare quando viene messo a repentaglio il futuro di 45 lavoratori, perchè il lavoro non può essere una scommessa". A dirlo Stefano Biosa della Filcams-Cgil preoccupato perchè il colosso delle scommesse sportive potrebbe passare in mani cinesi.

"In questi mesi l'azienda è stata impegnata in trattative con una cordata di imprenditori cinesi intenzionati ad acquisire le agenzie dirette". E la Cgil avverte: "Questa opzione comporterebbe una forte ricaduta sui livelli occupazionali e sulla sicurezza del servizio ai clienti. I sedicenti imprenditori cinesi, infatti, presentatisi nei giorni scorsi per sopralluoghi tecnici in tutte le agenzie di Bologna, hanno già dichiarato che metteranno a casa tutti i dipendenti". Pare che la Snai non abbia smentito, limitandosi a dichiarare la necessità di generici interventi di ristrutturazione".

I lavoratori di Bologna si sono riuniti in assemblea giovedì scorso e hanno così deciso di proclamare 24 ore di sciopero: le prime otto domani. E senza "risposte concrete e impegni formali sul mantenimento dei posti di lavoro da parte di Snai, i lavoratori sono pronti a promuovere ulteriori e più forti azioni di contrasto della vendita delle agenzie" fa sapere Biosa. 

Snai possiede la concessione statale per raccogliere scommesse sportive, con circa 1.500 punti vendita a marchio (fra diretti e in franchising) e ricavi "per oltre 630 milioni di euro nel 2015". Le agenzie gestite in maniera diretta, attraverso Snai Rete Italia, sono poco più di una cinquantina con 360 dipendenti circa, concentrati fra Bologna e provincia (45 dipendenti), la Lombardia, la Sicilia e il Lazio.

Secondo Filcams l'intenzione sarebbe di dismettere le sedi centrali di Roma, Milano e Porcari (con oltre 400 esuberi), ma soprattutto tramite la cessione delle agenzie gestite in maniera diretta, come le sette di Bologna, a causa di "una fase di forte incertezza del settore del gioco legale" al centro di "una schizofrenia normativa" continua Biosa. Da una parte, a livello statale, "si allargano le maglie legislative" permettendo l'avvio nuove sale scommesse, e "si procede a colpi di sanatorie delle agenzie illegali" (circa 2.500 punti vendita illegali con le leggi di stabilità 2015 e 2016), per "fare cassa" con la tassa sul gioco che nel 2014 ha portato allo Stato oltre 11 miliardi di euro". Dall'altra, a livello regionale o comunale, contro la ludopatia, si ostacola "in tutti i modi" l’attività delle agenzie senza "distinzione fra concessionari legali centri di raccolta illegali, con leggi e ordinanze che limitano orari di apertura, impongono distanze da luoghi sensibili e limitazioni edilizie". Ma questo, secondo Cgil, colpisce "solo l'offerta legale" e indirizza "inesorabilmente il giocatore (soprattutto quello patologico) verso l''illegalità". In questo quadro, tira le somme Biosa, Snai sceglie la via "più facile": esternalizza la gestione e si lava le mani dei dipendenti, "salvaguardando i volumi del business".  (agenzia dire)

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