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Esuberi Telecom, la CGIL: 'Ricatto, rilanceremo il conflitto dall'Emilia-Romagna'

Scorporo dei call center, che in Emilia-Romagna contano 1.200 addetti tra Bologna, Rimini e Ferrara, o 3.000 esuberi. Prossimo incontro il 4 agosto, ma CGIL non ci sarà

"L'azienda sappia che da questa regione partirà il conflitto; in questo territorio metteremo in atto tutto quello che è necessario perchè i dipendenti non paghino sulla loro pelle il conto del tentativo di ridurre il costo del lavoro aziendale", parola di CGIL che si rivolge a Telecom, un mese dopo lo sciopero contro lo 'spezzatino'  (scorporo dei call center, che in Emilia-Romagna contano 1.200 addetti tra Bologna, Rimini e Ferrara).

Ieri a Roma c'è stato un incontro al ministero del Lavoro per fare il punto sulle intenzioni di Telecom rispetto alla societarizzazione del caring service (lo scorporo dei call center). Giuseppe Ledda, segretario regionale Slc, racconta che è stato prima descritto uno scenario con 1.700 esuberi e la societarizzazione; poi si è ventilata la possibilità di sospendere lo scorporo facendo però salire gli esuberi a 3.000 unità. "Un ricatto", per la Cgil; quindi il summit si è chiuso con Telecom che annunciava un incontro con le 72 Rsu del gruppo il 4 agosto per definire le basi di un accordo che apra la strada a contratti di solidarietà per 3.000 dipendenti. "Il che vuol dire che il problema degli esuberi tra un anno si ripresenterebbe uguale e in più senza togliere di mezzo la societarizzazione", traduce Ledda. Fatto sta che l'Slc non manderà i suoi delegati all'incontro di martedì, dove teme si spiani la strada al primo accordo separato della storia di Telecom. "Oggi sono stato a parlare con i dipendenti del Call center di Bologna: sono arrabbiatissimi", dice Ledda.

Telecom "non ha un problema di esuberi, ma dice di dovere e volere ridurre il costo del lavoro mediante degli ammortizzatori, quindi con una operazione a carico di dipendenti e contribuenti. E con il paradosso- segnala Ledda- che se il Governo finanzierà a settembre i contratti di solidarietà 'espansivi' (non prevedono l'integrazione salariale e la copertura contributiva, ndr) si potrà riprendere il discorso assunzioni... assurdo". Due mesi fa infatti Telecom dichiarava di voler assumere 4.000 nuovi giovani dipendenti, ma l'assenza di fondi del Governo alla solidarietà espansiva ha bloccato tutto e riproposto lo spettro degli esuberi. Contro lo spezzatino e il dietrofront sulle assunzioni, la Cgil (da sola) chiese ai lavoratori di scioperare il 30 giugno e "l'Emilia-Romagna è stata la regione dove più alta è stata l'adesione all'astensione dal lavoro", segnala Ledda. Del resto, in regione il tema è molto sentito. A gennaio scorso i sindacati nazionali firmarono un accordo con Telecom che fu bocciato nel referendum tra i dipendenti. E la Slc dell'Emilia-Romagna si schierò contro la scelta del suo livello nazionale di aderire a quell'accordo che introduceva anche il controllo individuale del lavoratore. Cosa a cui ora il Jobs act spiana la strada e che potrebbe rappresentare un altro modo per ridurre il costo del lavoro.

"Nel 2013 si firmò un accordo che introduceva un anno di contratti di solidarietà in Telecom per assorbire gli esuberi e re-internalizzare le attività, oggi siamo davanti alla minaccia di 4.000 esuberi senza aprire una procedura di mobilità; vuol dire- tira le somme Ledda- che quell'accordo non è servito e che ora noi non ci stiamo più. Uil e Cisl forse si prenderanno la responsabilità di certificare degli esuberi, noi non accettiamo i ricatti e dall'Emilia-Romagna rilanceremo il conflitto". (agenzia dire)

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