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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Uffici postali a rischio chiusura e carenza di organico: scioperi dientro l'angolo

Postali in agitazione. Ventilata la chiusura di 53 uffici, razionalizzazione per altri 34 e portalettere a giorni alterni. Scatta la protesta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil in Emilia-Romagna: trattativa o mobilitazioni

Postali in agitazione. Ventilata la chiusura di 53 uffici, 'razionalizzazione' per altri 34 e portalettere a giorni alterni. Scatta la protesta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil in Emilia-Romagna che hanno formalizzato la cosiddetta "apertura del conflitto" con l'azienda chiedendo una trattativa per per provare a ricomporre lo scontro, altrimenti potrebbero partire le mobilitazioni.

Il primo incontro con l'azienda, ieri, ha registrato una fumata nera; ce ne sarà un'altro tra una settimana, dopodiché potranno essere indette azioni di lotta. Il che potrebbe dire subito il blocco degli straordinari di portalettere e sportelli. Ma non è escluso anche lo sciopero, iniziando con una fermata di due-tre ore (anche se di solito, nelle vertenze alle Poste, l'offensiva sindacale procede per gradi e scatta prima il rigido rispetto dell'orario di lavoro). A breve anche un incontro con la Regione, poi ne seguiranno con Anci e Uncem (Comuni della montagna), e con la Città metropolitana di Bologna.

I sindacati non mettono in discussione solo i contenuti del nuovo piano industriale, ma anche un lungo elenco di problemi a partire dalla "cronica carenza degli organici, che impedisce la corretta copertura delle postazioni di sportello, delle sale consulenza, dei corner, dei ruoli specialistici con gravi ricadute sui lavoratori e sulla clientela". Mancherebbero, in Emilia-Romagna, almeno 150 unità di personale.

Sotto accusa anche il "ricorso continuo ai distacchi per coprire carenze strutturali di operatori di sportello e consulenti dei prodotti finanziari con ritardi di mesi nei pagamenti delle missioni e rimborsi spese" come pure il "mancato riconoscimento" di alcune indennità contrattuali. I sindacati denunciano anche "pressioni inadeguate sulla conformità e sullo smaltimento delle code con inaccettabili risvolti disciplinari" e "pressioni commerciali che non rispettano il protocollo nazionale, con incentivazioni spesso incomprensibili e complesse per essere efficaci e raggiungibili".

Nella lettera inviata alle Poste, i sindacati confederali dei postini lamentano poi "strumenti ed attrezzature di lavoro obsoleti e non a norma, con blocchi delle procedure informatiche che spesso non permettono il rispetto dell'orario di lavoro in uscita", i "corsi di formazione e convocazioni commerciali fatti anche fuori dall'orario di lavoro che non vengono retribuiti come lavoro straordinario" e infine la "mancata applicazione o non rispetto" degli accordi "sulle ferie". (agenzia Dire)


 

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