La confraternita dei lettori VIII: memorie di un giovane medico
Sei un lettore appassionato? Quando finisci un libro che hai amato ne parli per giorni e giorni diventando l’incubo dei tuoi amici? We want you!
La confraternita dei lettori è il gruppo di lettura che si riunisce presso La confraternita dell'uva in Via Cartoleria 20/b a Bologna, organizzato dalla lettrice Francesca Zambito.
Si tratta un momento di incontro dove i lettori hanno la possibilità di esprimere liberamente opinioni, riflessioni e suggestioni sul libro del mese; i lettori possono anche scegliere di ascoltare, senza esprimersi, qualora non lo desiderino. È importante aver letto il libro, ma nessuno sarà interrogato, quindi si può partecipare anche solo spinti dalla curiosità per il titolo proposto, nonostante non lo si sia letto in tempo.
Questo mese è stato scelto MEMORIE DI UN GIOVANE MEDICO di Michail Bulgakov (marcos y marcos), tradotto da Paolo Nori.
IL LIBRO: Con i racconti che compongono il romanzo involontario intitolato Memorie di un giovane medico, che è fatto da otto racconti maturati nell’“indimenticabile 1917” e pubblicati tra il 1925 e il 1926, comincia, in un certo senso, la carriera letteraria di Michail Bulgakov.
?Bulgakov, qualche anno dopo, nel 1930, scriverà a Iosif Stalin: “Passando in rassegna i miei ritagli di giornale, ho constatato di aver ricevuto dalla stampa sovietica, nei dieci anni della mia attività letteraria, 301 recensioni, di cui 3 favorevoli e 298 ostili e ingiuriose”.
L'AUTORE: Michail Bulgakov, nato a Kiev nel 1891 e morto a Mosca nel 1940, ha scritto molte cose memorabili, come queste Memorie di un giovane medico (delle quali il critico Vladimir Lakšin ha detto: “Il Bulgakov giovanile è incantevole, irresistibile, è un autore al quale il tempo non ha tolto niente del suo fascino”), o come Il Maestro e Margherita, che quasi tutti conoscono, e altre cose venute così così, come un’opera teatrale che si chiama I figli del Mullah, che Bulgakov ha scritto con Boris Robertovic? Boheme, e come l’han fatto lo racconta lo stesso Bulgakov: “L’abbiamo scritta in sette giorni e mezzo, impiegando mezza giornata di più che per la creazione del mondo. Nonostante ciò, ci è riuscita ancora peggio del mondo. Posso dire soltanto che se un giorno ci sarà un concorso per il lavoro teatrale più stupido, insulso e impudente, il nostro otterrà il primo premio”.