Caterina Guttadauro La Brasca racconta Roberta Marescalchi e presenterà il suo libro "La voglio gassata"
Dall'incontro di due meravigliose "Donne per BolognAIL" è nato il romanzo "LA VOGLIO GASSATA"!
Caterina Guttadauro La Brasca racconta Roberta Marescalchi e presenterà il suo libro sabato 12 dicembre alle 17.00 al Cortile Caffè.
Parte di quanto ricavato dalla vendita del libro è destinato al sostegno dei progetti di BolognAIL! Comprare o regalare il libro, significa quindi darsi o dare l'opportunità di leggere una storia interessante e nello stesso tempo fare una donazione solidale.
Una storia vera, narrata con il preciso intento di veicolare un messaggio: la Vita. E’ un dono meraviglioso, e tutto ciò che ci tocca affrontare nell’arco temporale della sua durata, deve arricchirla. Roberta è una donna che ripercorre la sua esistenza. Ogni sua tappa è legata alle persone, ma anche alle cose, ai colori, ai luoghi che diventano protagonisti esattamente come lei. L’elemento fondante di tutta la storia è un grande amore per l’esistenza in ogni frangente, anche nella sofferenza, quando vivere diventa faticoso. Quest’amore le fu insegnato, più che dalle parole, dall’esempio di un padre al quale lei assomiglia molto caratterialmente. Ciò proprio per il coraggio di trascorrere la sua esistenza appieno, nonostante una malattia sempre presente, lo rende ai suoi occhi immenso ed è inevitabilmente con la sua statura che farà i conti ogni uomo che la interesserà sentimentalmente. E’ dominante la figura di questo padre, talvolta ingombrante, e altri rapporti familiari rischiano di diventare secondari. C’è una madre stoica nell’affiancare il suo compagno in tutte le fasi dei suoi ricoveri, lasciando tutti per seguirlo, ma pronta a riappropriarsi della casa e dei suoi figli appena possibile. La memoria di Roberta emerge forte con pennellate di colori intensi, dai fiori che circondavano la loro casa di montagna, agli amici che si attivavano per realizzare le idee di un uomo bloccato, fisicamente, ma attivo mentalmente. Roberta a tante domande ebbe risposta, ma a tante altre no. Dovrà trovarle lei vivendo. La scuola, le amicizie, i viaggi, il suo rapporto con il lavoro sono ambiti molto travagliati, ma sempre sovrastati da quella lezione che suo padre le regalò e tanta parte avrebbe avuto in un suo futuro momento di difficoltà. Perché arriva anche per lei, come per tutti, un periodo in cui si fa fortemente sentire la fatica di esistere. Entra in un altro mondo: ospedali, referti, esami, diagnosi, terapie, diventano parole quotidiane e spesso la paura di non farcela è anche motivata. Molte volte ci si abbandona allo scoramento e si annulla il vissuto che si ha alle spalle, ci si sente profondamente malati e questa consapevolezza è inversamente proporzionale al tentativo dei medici di abbattere il male e restituire il malato alla sua normalità. Ma ecco l’eccezionalità: Roberta ha imparato la lezione di ciò che aveva visto e sofferto tramite suo padre. Deve aiutare quei medici che stanno tentando di farle vincere quel male oscuro. Fa appello al suo straordinario amore per la vita, esorcizzando ogni giorno con un cammino lungo e difficile colmo di buonumore e speranza. Ma attenzione! Questo non sia scambiato per superficialità. E’ solo riesumare quella lezione che suo padre le aveva dato e, tramite dei segni particolari, solo lei nota lungo la sua strada. Comprende che le è vicino e lei da bravo soldatino non può deluderlo. Supera il primo Killer, anzi lo sconfigge, ma dopo 5 anni c’è un altro attacco. Sembra una moviola la sua vita, ritornano cose che si erano sopite e ricomincia il calvario, pesante soprattutto psicologicamente. Ora non ci sono più le figure familiari che amava, ma c’è un marito e tanti amici per i quali si fa forza, non si infligge il tormento di sentirsi punita, debole e incapace. Ricomincia a lottare cercando di salvare disperatamente la sua quotidianità, di non mortificare la sua femminilità e si appoggia al braccio saldo di Roberto. In tante situazioni difficili trovano la forza di scherzare, di fare delle battute, durante un esame particolarmente lungo e difficile. Roberta sente tanto calore e affetto anche nel personale A.I.L. Impara ad amare quell’ambiente che tanti temiamo, ma che dà molta speranza. E’ una grande lezione di futuro, anche se tante volte si sente un gabbiano , il cui destino balena in burrasca, o, come un’anatra che sembra scivolare sull’acqua nascondendo la fatica di rimanere a galla. Il tempo e le cure mirate la restituiscono alla vita che assume adesso un valore immenso, come immenso era stato il pericolo di perderla. Così si affronta la sofferenza e la malattia ma, attenzione, non si punta il dito contro chi non ce la fa. Questo è lo scopo di questa Storia: dimostrare che il primo passo verso la guarigione è quello di non sentirsi malati, di fidarsi, affidarsi a chi ci cura e di non entrare in conflitto con Dio, anzi avvicinarsi a Lui con una fiduciosa aspettativa. Questa è la strada e questo il percorso: riconquistarsi la vita e viverla non con banalità o rassegnazione ma con gratitudine e amore. Con questa forza soltanto si può arrivare a dire: io la voglio gassata.