Ex Ghetto: 'Muri, portoni, coprifuochi, il cinquecentesco serraglio degli ebrei bolognesi'
Ci vediamo stasera al Meb, visite guidate al Museo e ai luoghi ebraici di Bologna: il cinquecentesco serraglio degli ebrei bolognesi. Mercoledì 19 agosto - ore 21 Muri, portoni, coprifuochi.
Nell’estate bolognese tornano i tradizionali percorsi guidati serali del Museo Ebraico di Bologna lungo l’itinerario ebraico in città. Mercoledì 19 agosto, alle ore 21, con ritrovo presso la sede del museo, in via Valdonica 1/5, VISITA GUIDATA condotta da Cesare Barbieri, stagista MEB.
Un’opportunità per conoscere la storia degli ebrei a Bologna attraverso l'insediamento, le attività principali, i luoghi di culto, le festività e i riti legati al ciclo della vita.
Nel cuore della Bologna più antica, all’interno di uno spicchio compreso tra le attuali vie Zamboni, Oberdan e Rizzoli, sono ancora visibili le tracce di quello che un tempo fu il “serraglio”, cioè il ghetto, degli ebrei. E’ un intrico di strade strette, costeggiate da case popolari e affastellate le une alle altre, attraversato dal corso, oggi sotterraneo, del fiume Aposa. Qui, a ridosso delle due torri e dei mercati, si svolgeva la vita commerciale della città, fatta di relazioni, scambi, trattative.
Qui, come in altre zone di Bologna, si insediarono, a partire dal XIV secolo, varie famiglie di ebrei. E fu sempre qui che, nel 1555, sfruttando la naturale angustia del luogo, iniziò la progettazione del ghetto, voluto dall’allora papa Paolo IV, per separare gli ebrei dai cristiani. Ma ci fu vera separazione? Per quale motivo c’erano ebrei a Bologna? Quali erano le loro attività e come vivevano all’interno delle loro case? E soprattutto: in che rapporti erano con il resto – la maggioranza – delle famiglie bolognesi, non ebree? Come i cristiani recepirono gli ebrei prima e la loro segregazione poi? In una rete di vicoli stretti, si intersecavano linee sottili di comunicazione e talvolta di frizione, di cui cercheremo di seguire il percorso, a volte tortuoso, come tortuose sono tuttora le vie di uno dei ghetti meglio conservati d’Italia.