'Mafie in pentola' cucinato a l’Articiôch: cena spettacolo con i prodotti di Libera Terra
Serata speciale con le storie di "Mafie in pentola" di Tiziana Di Masi e la cena coi prodotti di Libera Terra. In vista della XXª Giornata della memoria e dell'impegno per le vittime di mafia, istituita da "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", L'ARTICIÔCH, locale sensibile al tema della legalità come bene comune, organizza mercoledì 11 marzo 2015 un evento speciale ospitando lo spettacolo "Mafie in Pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida" (Premio "Carlo Alberto Dalla Chiesa" 2014 e Premio "Cultura contro le mafie" 2014).
Lo spettacolo simbolo dell'antimafia sociale, in scena dall'ottobre del 2010 e con 172 repliche all'attivo in luoghi simbolo della lotta allo strapotere mafioso (tra cui Corleone, Casal di Principe, Isola di Capo Rizzuto, San Pietro Vernotico, Locri), torna a Bologna proprio mentre la città, ancora scossa dagli arresti dell'operazione Aemilia e dall'amaro risveglio di un territorio che erroneamente credeva di essere al riparo dal pericolo mafioso, si prepara a ospitare l'appuntamento nazionale del 21 marzo. Sarà un modo per alzare la guardia e riavviare gli anticorpi che serviranno a combattere il morbo delle infiltrazioni. A partire dal cibo.
La sera dell'11 marzo a L'ARTICIÔCH andrà infatti in scena una cena/spettacolo dove i prodotti di "Libera Terra", interpretati dallo chef Marco Barbaro, si alterneranno ai racconti di Tiziana Di Masi, che restituiscono l'autentico valore dell'esperienza di "Libera Terra", che è riuscita a trasformare il "peggio", ovvero l'accumulo di proprietà fondiarie ottenuto con i proventi illeciti, nel "meglio" degli alimenti ricavati da quei terreni attraverso l'agricoltura biologica, la tutela dei lavoratori, il rispetto della legalità. Il cibo diventa protagonista e occasione di riscatto dalle mafie.
"Un meraviglioso spettacolo che unisce etica ed estetica" (Don Luigi Ciotti) accompagnato da un esemplare menu della legalità che non chiude lo stomaco dello spettatore, ma lo apre alla fame di cose "buone".
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