Davide Grittani: "E invece io" una sera a Bologna
Sta destando curiosità e facendo parlare ?di sé per il coraggio, per la scrittura densa ed elegante, per i contenuti attualissimi ?e? per i temi che hanno a che fare col mondo dell'informazione e dei social media. Il romanzo "E invece io" dello scrittore Davide Grittani (prima edizione Robin, Torino ottobre 2016; seconda edizione Biblioteca del Vascello, Torino gennaio 2017; pagg. 220; euro 12,00) contiene diverse parodie sottili e dissacratorie, riflessioni che in alcuni casi diventano j'accuse: nei confronti di talk e talent show, di una Sinistra sfigurata da un imborghesimento che ne ha cambiato i connotati, nei confronti di un razzismo ?mal ?taciuto che invece attraversa tutto il Paese, nei confronti dell'informazione che scendendo sul terreno di dialogo dei social media ha smarrito senso, identità e funzione.
E il pianeta attorno a cui orbitano tutte queste osservazioni è un uomo, l'enigmatico Alberto Arioli: giornalista, separato, moderatamente annoiato e imborghesito, emigrato dal Nord al Sud (da Pavia a Foggia) in un percorso al contrario che come i salmoni Arioli compie opponendosi alle correnti della vita: «Vengo dalla campagna senza confini, dall'alta Padania o bassa Lombardia. Dipende dal punto di osservazione e dalle sfumature razziste. Dove vivono genti buie che spediscono le nuove generazioni alla Bocconi mentre quelle vecchie si ammazzano tra loro se disturbate nel sonno dal pianto di un bambino».? La parodia del PD (che da Democratico diventa Partito dei Demiurghi) e la radiografia di una Forza Italia eternamente in maturazione (che nel romanzo si fa Federazione Illuminata), fanno da ironico sfondo al romanzo di Davide Grittani. Un romanzo a tratti ilare ma essenzialmente riflessivo, raffinato e feroce, storia avvincente e dinamica ambientata in tre pianure del mondo (Tavoliere, Padania e Pampa) come se l'autore volesse somministrare al lettore - a partire dalle location - il dubbio che le cose si vedano meglio dal basso. Tutto il libro gioca su questa chiave interpretativa, disinnescando luoghi comuni e aggredendo opinioni cristallizzate soprattutto a causa della superficialità che caratterizza quasi tutti i media. Spartiacque della storia il compleanno del protagonista, cinquant'anni che Alberto? Arioli? intenderebbe celebrare con un lungo viaggio in America Latina. Ma poco alla volta, come un cappio intorno al collo, questo viaggio si modella sempre di più attorno ad esigenze ed episodi che paiono naturali ma che invece fanno parte di un'architettura complessa, maestosa e soprattutto pericolosa: la calunnia. Il viaggio si ridimensiona, Alberto visita solo tre Paesi compresa la più grande pianura del Sud America: la Pampa. ?? «(...)? devo essere un uomo tagliato per la pianura, se mi sono lasciato alle spalle Padania e Tavoliere e mi trovo in una delle più grandi distese pianeggianti dell'America Latina, qualcosa vorrà dire. Ad esempio che non amo gli scossoni, che mi piace riconoscermi nella dolcezza della terra, attraversarla senza strappi e ammirarla rinunciando all'invadenza delle cime». Ma prima che arrivi a partire, questo personaggio a cui si possono contestare ingenuità da provinciale e modi arruffati da italiano medio?, viene tirato in mezzo da una coordinata azione di linciaggio mediatico: contro di lui si rivoltano il suo mestiere, la sua fede nelle parole. Alberto ha creduto in un mondo che non esiste più e a cinquant'anni si ritrova orfano di ideali, certezze, di una certa idea di borghesia, di presunte protezioni a cui aveva creduto di poter attingere in eterno. Diventa un obiettivo facile, un bersaglio comodo da sacrificare all'altare del Sistema.? ? ?«Non hai idea di quante persone si possano? uccidere pronunciando soltanto un «sì» o? un «no», vittime che restano sul campo? di battaglia della vita e che prima o poi? ti vengono a trovare: sotto forma di? fantasmi, sotto forma di guai inattesi,? assumendo le sembianze di circostanze che? avevi completamente rimosso»?.? Sullo sfondo di un Sud «amaro ma molto generoso, perlomeno autentico» come lo descrive Grittani, E invece io articola una galleria di personaggi degni del miglior romanzo di formazione. «Volevo scrivere un romanzo sulla sconfitta, sul potere enorme che deriva da una perdita - spiega Davide Grittani - in una società dell'immagine in cui la battuta d'arresto non solo non è concepita ma nemmeno tollerata. Arioli è un uomo moderno perché debole, vulnerabile, ma non è uno dei Vinti di Verga, preferisco definirlo un battuto dei giorni nostri. Proprio perché, in una società fortemente narcisistica, la sconfitta è diventata un valore antiestetico: di conseguenza, almeno per me, modello formativo di riferimento. Un fatto da cui ripartire, per capire meglio la vita».
E ci crede talmente tanto Grittani che il libro è dedicato, tra gli altri, anche a Gaetano Scirea e Francesco Nuti: due sconfitti, sebbene in modi differenti. Il titolo E invece io è tratto dall'omonimo brano di Riccardo Sinigallia, che ne ha concesso l'utilizzo insiem?e alla Sugar & Co. (etichetta di Caterina Caselli). Il romanzo viene presentato alla libreria Trame (via Goito 3/C, Bologna) alle ore 18,00 di venerdì 13 gennaio 2017, a conversare con l'autore sarà la giornalista e scrittrice Mara Cinquepalmi. Per informazioni: ?Tel.: ?051.233333