"Falling apart"
Cinzia è una donna sola, come tante donne sole, ma ha un segreto che la rende unica. Cade a pezzi. Letteralmente. La sua vita ruota intorno al mantenimento di questo segreto, tra scotch e colla a presa rapida. Tutto deve apparire normale, in ordine, efficiente. Mentre si prepara per l’ufficio può capitare che alcune cose le vengano in mente e che la realtà si mescoli un poco con l’allucinazione, così come il presente con il passato. Cinzia è un collage sempre in fieri, di gambe, braccia, nasi e pensieri. Si potrebbe persino amarla, se non si sospettasse il suo coinvolgimento in un omicidio.
Falling Apart è una riflessione sul concetto di integrità. Quando il corpo diventa estremo baluardo della propria identità, perderne pezzi significa non essere più riconoscibili a se stessi e agli altri. La gara alla ricomposizione punta su un’esteriorità che fa perdere il senso dell’esistenza e la ragione. Con picchi di estremo sarcasmo e una recitazione che raggiunge tratti grotteschi, il pubblico viene spinto al riso amaro della riflessione.
Dopo la realizzazione scenica dell’omonimo monologo “Falling apart” (17’), vincitore del premio della Casa Editrice Titivillus come miglior testo originale, in occasione del festival UNO di Firenze (2013), la compagnia we were monkeys, diretta da Beatrice Vollaro e Luigi Guerrieri, ha ampliato il progetto fino a renderlo uno spettacolo compiuto.
La protagonista di questa storia, qui triplicata sulla scena, affronta il tema dell’integrità fisica e morale dell’individuo, suscitando una riflessione che induce a cercare dove si trovi, nel profondo di ognuno, quel confine mobile ed evanescente tra giusto e sbagliato, irremovibilità e compromesso.
Lo stile della narrazione combina partiture fisiche e testo parlato in una scena scarna ed essenziale, in cui la nostra protagonista crea luoghi immaginari dove accogliere gli spettatori, nello spazio denso della sua confessione.