Gabriele Coen in concerto al Museo Ebraico di Bologna
Dopo gli appuntamenti di sabato 9 e domenica 10, Gabriele Coen ritorna mercoledì 13 settembre al Museo Ebraico di Bologna per presentare, nell’ambito della rassegna musicale “Jewish Jazz! Suoni e Visioni”, l’album “Sephirot” (uscito lo scorso maggio per Parco della Musica Records) in una veste inedita.
Il sassofonista, clarinettista e compositore romano Gabriele Coen approda, con il suo sesto disco da titolare, alla simbologia dell’albero della vita secondo la Kabbalah e la mistica ebraica. Un viaggio dentro la struttura del mondo divino che sarà, in questa occasione, eccezionalmente accompagnato dalle interazioni video live del visual artist Gabriel Zagni.
Le Sephirot che danno il nome all’album sono i dieci principi basilari che ritroviamo sia nel mondo divino che nella psicologia umana, e sono strutturate come un grande albero e collegate tra loro in modo magico, attraverso ventidue canali. Ventidue come le lettere dell’alfabeto ebraico. Questo mondo magico e metafisico ha dato ispirazione a dieci brani originali dalle forti sonorità elettriche che combinano l’energia e la passione del rock con la profondità e la raffinatezza del jazz. Centrale nel progetto il suono del fender rhodes, il mitico piano elettrico che ha caratterizzato a partire dagli anni Sessanta molta storia del rock, ma anche del jazz. L’ispirazione, quindi, è quella del jazz elettrico alla Miles Davis di “Bitches Brew” e “In a Silent Way”, fino alle sonorità attuali dell’Electric Masada e di The Dreamers di John Zorn, formazioni chiave dell’incontro tra musica ebraica e jazz elettrico.
“Spiritualismo ed elettricità – dichiara Gabriele Coen – sono i due principi che ho voluto coniugare in questo mio nuovo lavoro: l’albero della vita e i principi della kabbalah e della mistica ebraica, raccontati attraverso dieci composizioni originali ispirate al jazz elettrico di Miles Davis e alle nuove sonorità di John Zorn”. Un’esplorazione della struttura del mondo divino ma anche un viaggio dentro gli stati d’animo dell’essere umano. In questo progetto, Coen è accompagnato da Lutte Berg alla chitarra elettrica, Pietro Lussu al fender rhodes e organo hammond, Marco Loddo al basso elettrico, Luca Caponi alla batteria e Arnaldo Vacca alle percussioni.
"Sono sempre stato affascinato - continua Coen - dalla spiritualità e dagli omaggi che molti musicisti hanno voluto dedicare a questa imprescindibile sfera dell'uomo. Penso in particolare a "A Love supreme" e "Ascension" di John Coltrane, a Sun Ra, Don Cherry e John McLaughlin ma anche ai Beatles, affascinati dal misticismo indiano. Ho voluto dedicare molto spazio alle chitarre elettriche, al fender rhodes e all'organo Hammond, gli strumenti cardine dell'incontro tra jazz e rock a partire dalla fine degli anni Sessanta."
Con l’eclettismo espressivo che è il segno distintivo del suo percorso artistico e di ricerca, Gabriele Coen rappresenta il trait d’union tra la valorizzazione delle tradizioni ebraiche e un presente in rapidissima evoluzione, elementi che coniuga grazie alla sua musica. Di lui John Zorn afferma: "combinando una conoscenza profonda e un onesto rispetto per la tradizione con un brillante senso del dramma e dell’immaginazione, Gabriele Coen sta componendo oggi una delle più emozionanti e fantasiose Nuove Musiche Ebraiche."
Maggiore esponente della tradizione musicale ebraica, Gabriele Coen è, a partire dagli anni ‘90, fautore dell'incontro tra jazz e musica etnica, in modo particolare mediterranea e est-europea. Si diploma in sassofono al conservatorio “Francesco Morlacchi” di Perugia, per poi proseguire il percorso di specializzazione a Siena. Ha intrapreso e fondato molteplici progetti musicali, come il KlezRoym, gruppo di musica klezmer nato nel 1995, insieme a Marco Camboni, Leonardo Cesari ed Eva Coen, Pasquale Laino, Riccardo Manzi, Andrea Pandolfo e con cui ha inciso, fino al 2007, cinque album. La sua carriera di compositore lo ha portato a collaborare in ambito cinematografico con il regista Emanuele Crialese per le musiche del film “Once we were strangers” (1997), composte con i KlezRoym. Ha scritto, insieme a Mario Rivera, le musiche originali di “Notturno Bus” (2007) di Davide Marengo, con Giovanna Mezzogiorno, Valerio Mastandrea e Ennio Fantastichini. Per la televisione ha realizzato sigle (Rai Educational) e commenti musicali (Geo&Geo, Raitre), musiche per documentari (La grande Storia, Raitre) e per balletti (Patino, Fuciarelli), mentre numerosi sono i lavori teatrali, tra cui il “Satyricon” di Renato Giordano, con Giorgio Albertazzi e Michele Placido. Del 2010 è la colonna sonora, realizzata con Mario Rivera, per “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio”, di Isotta Toso. Nel 2009 pubblica, insieme ad Isotta Toso, il libro “Musica errante. Tra folk e jazz: klezmer e canzone yiddish”, per Stampa Alternativa. Nel 2005 fonda intanto il Gabriele Coen Jewish Experience, quintetto con il quale pubblica, per Alfamusic, il disco intitolato “Golem” (2009), cui segue “Awakening” l’anno successivo, prodotto John Zorn per la Tzadik, prestigiosa etichetta discografica newyorchese. Nel 2013 conferma la sua collaborazione con Tzadik Records per "Yiddish Melodies in Jazz", album contenuto nella collana “Radical Jewish Culture. Il suo più recente lavoro è "Sephirot, Kabbalah in Music" (Parco della Musica Records) uscito nel maggio 2017 in cui è accompagnato dalla formazione del Gabriele Coen Sextet, ma il musicista ha attivato una stretta collaborazione con importanti nomi della scena jazz italiana (Zeno de Rossi, Danilo Gallo), con il compositore e chitarrista Teho Teardo e il cantante tedesco Blixa Bargeld (Einsturzende Neubauten).
Mercoledì 13 settembre, ore 21.00
“Sephirot. Kabbalah in music” – concerto del Gabriele Coen Sextet
Gabriele Coen, sax soprano, clarinetto, sax tenore
Lutte Berg, chitarra elettrica
Pietro Lussu, Fender Rhodes, organo hammond
Marco Loddo, basso elettrico
Luca Caponi, batteria
Arnaldo Vacca, percussioni
Gabriel Zagni, installazioni video
ingresso gratuito